REDAZIONE RIMINI

Obbligo vaccinale over 50, il paziente zero di Rimini: "Non mi vaccino"

Il ristoratore Cesare Emendatori fu il primo ricoverato a causa del Covid. "Voglio vedere se mi impediranno di lavorare nella mia trattoria"

Cesare Emendatori davanti al suo ristorante a San Clemente

Cesare Emendatori davanti al suo ristorante a San Clemente

Rimini, 3 febbraio 2022 - E’ stato il primo riminese ricoverato per Covid, quando scoppiò la pandemia. Era la fine del febbraio 2020 e Cesare Emendatori, ristoratore di 73 anni, rimase all’ospedale Infermi una decina di giorni. Dal primo febbraio è entrato in vigore l’obbligo vaccinale per gli over 50, ma Emendatori, titolare della trattoria La Romagnola a San Clemente, al momento non ha alcuna intenzione di vaccinarsi. "Non sono contrario ai vaccini. Mia moglie ha fatto la prima dose a dicembre. Sono contrario all’obbligo, alle leggi che continuano a emanare in materia, e soprattutto sono contro il Green pass".

Lo sa che senza il super Green pass dal 15 febbraio non potrà più mettere piede nel suo ristorante e rischia una sanzione fino a 1.500 euro? "Voglio proprio vedere se mi impediranno di lavorare nella mia attività. Si sta perdendo la misura. Quelli che hanno fatto il vaccino e ottenuto il certificato, prendono il virus e lo trasmettono come gli altri. Io faccio di tanto i tamponi, e mi sottopongo ai test del sangue ogni due mesi. Sono molto più controllato io. I medici dicono che ho ancora tantissimi anticorpi".

Ma i test anticorpali non bastano a ottenere il Green pass, lo sa? "Appenderò i referti dei miei test alle pareti del locale e poi, ripeto, voglio vedere cosa succede se mi vengono a controllare. Non si può continuare a vivere e lavorare così... La gente ha paura, non esce di casa, le aziende sono sempre più in difficoltà. Le nostre attività non possono continuare a dipendere da un certificato".

Vanno male gli affari nel suo ristorante? "Non si lavora come vorremmo. Sabato scorso a cena avevamo 11 persone a tavola. Dico: 11. Normalmente noi facciamo dai 120 ai 150 coperti. Il conto è presto fatto: abbiamo avuto un decimo di clienti. Solo in Italia siamo ridotti in questa situazione. Altrove in Europa, in paesi come Spagna, Inghilterra e altri, non è affatto così. Ci stanno mettendo in ginocchio".

Ma il Covid continua a fare tanti contagiati e morti. "Il Covid oggi è diverso. Quando mi sono ammalato io, il virus era sconosciuto ed eravamo in piena emergenza. E comunque io non sono mai stato in pericolo di vita. Oggi per molti prendere il Covid è come avere un’influenza. Per questo, ripeto, non si può continuare a fare del terrorismo e a obbligare tutti a vaccinarsi. Sui giornali e nei tg dopo due anni si continua a parlare solo di Covid, e intanto il governo adotta misure sempre più stringenti. E’ assurdo".

Lei il vaccino non l’ha ancora fatto per principio o perché ha paura? "Fondamentalmente per principio. Sono contrario all’obbligo, e tanti la pensano come me. E la soluzione non è il Green pass".

Lei lo controlla il certificato ai suoi clienti? "Noi lo controlliamo, ma ho avuto la tentazione di mettere fuori dal ristorante un cartello con la scritta: qui serviamo anche i non vaccinati . Non sopporto queste discriminazioni, che fanno male alle persone e danneggiano tutta l’economia".