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Cenni, ultimo atto d’amore: donate le cornee

La camera ardente dell’imprenditore e politico sarà domani in sala del consiglio. La figlia Margherita: "Aveva fame insaziabile di vita"

Cenni, ultimo atto d’amore: donate le cornee

Si conclude con un atto d’amore la vita del noto imprenditore e politico, Attilio Cenni, 73 anni, deceduto lunedì poco prima delle 20 al "Ceccarini". Per volontà personale, le sue cornee ieri sono state espiantate per essere donate a chi ne ha bisogno, pertanto oggi la salma dalle 9 alle 19 rimarrà nella camera mortuaria dell’ospedale di Riccione. Chi vorrà, potrà portargli un ultimo saluto anche giovedì, dalle 9 alle 16 nella camera ardente che, con il placet della commissaria Rita Stentella, sarà allestita nella sala del consiglio comunale, in municipio, con il picchetto d’onore. In particolare tra le 15 e le 16, sempre per sua espressa volontà, si terrà una cerimonia d’esequie in forma civile.

Attilio Cenni (figlio di Biagio, sindaco dal 22 novembre 1964 al 15 luglio 1975) era stato assessore al Bilancio e alla Pubblica Istruzione nella giunta Pierani dal 1990 al 1991 e, dopo le elezioni amministrative, fino al 31 gennaio 1995 nella giunta del sindaco Masini. Spirito giovane, energico, generoso e poliedrico, un gentlemen d’altri tempi, era un vulcano di idee e progetti che avrebbe voluto realizzare per la sua città, amata in modo viscerale. Con questo spirito si è impegnato in politica fino alle ultime elezioni. C’era poi l’altro volto di Cenni, ben più popolare, quello dell’ imprenditore. Con la sua famiglia era al timone del Grand Hotel Des Bains. Ma il nome di Attilio era legato anche al mondo della notte, quale socio dei luoghi da ballo come la Baia Imperiale e il Prince. Vantava di essere stato il pioniere dei locali del Marano, dove possedeva anche la colonia Ferrovieri, sulla quale aveva ambiziosi progetti. Da imprenditore a tutto tondo ha pure gestito una grande azienda di beverage e si era impegnato nel mondo dell’associazionismo, sempre per il bene della città.

Tra le idee lanciate, l’ultima, di taglio editoriale, era stato il patinato magazine Riccione. Cenni lascia la moglie Patrizia Saitta, con la quale ha avuto la piccola Maria, nonché le figlie Elisa, Valentina, Margherita e Giulia, nate dal primo matrimonio con Maria Grazia Tosi, figlia del sindaco Dante. Era fortissimo il legame che univa papà Attilio ai suoi cinque "gioielli", una complicità e stima unica e reciproca. È emblematico quanto scrive Margherita in un post: "’Sono la figlia di Attilio Cenni’, è la frase che dicevo ogni volta che volevo entrare gratis in discoteca. Sono la figlia di Attilio Cenni, sono la figlia di mio padre, l’uomo più pazzescamente buono e sognatore che abbia mai conosciuto. Noi i suoi cinque tesori, lui il nostro coraggio. Ho i suoi occhi e la sua passione per le foto. Mi porto con me la sua fame insaziabile per la vita, il mare, la libertà e l’infinità generosità. Se morissi domani sarei felice, diceva, e io gli credevo, perché chi stava meglio di lui! Rimane l’amore immenso, rimaniamo noi, rimangono i tuoi sogni e i tuoi racconti. Manchi ma sei qui".

Nives Concolino