Rimini, 30 ottobre 2024 – “Io mi sono riconosciuto, sono sicuro di essere io, al mille per mille. In Questura mi hanno fatto vedere tre video, presi in tre momenti diversi: io mi rivedo solo in quello del giorno in cui è successo il fatto”.
Sono le parole di uno residenti del complesso condominiale di via del Ciclamino, che l’altro ieri è stato nuovamente intervistato dalle televisioni. Dichiarazioni che tornerebbero a gettare un velo di incertezza sulla prova regina nel delitto di Pierina Paganelli, il video della cam 3 della farmacia San Martino che alle 22.17 del 3 ottobre 2023 immortala una sagoma transitare in direzione del palazzo.
Secondo gli inquirenti, quel frame inchioderebbe l’unico indagato, il 34enne Louis Dassilva: la figura ripresa dalla telecamere combacia perfettamente – per altezza, corporatura, andatura zoppicante e torsione della spalla destra – con il senegalese, in carcere dal 16 luglio scorso.
La difesa spinge sul fatto che l’individuo catturato dall’occhio elettronico del 3 ottobre non sia affatto Louis Dassilva, ma un’altra persona, forse proprio quel condomino. Circostanza che è stata ritenuta non plausibile dal tribunale del Riesame, che ha respinto il ricorso presentato dai legali di Dassilva, confermando di fatto la validità della ricostruzione compiuta dal pm Daniele Paci e dagli investigatori della polizia di Stato.
Il video resta però al centro del braccio di ferro tra pubblica accusa e difesa, ed è attorno ad esso (e alle dichiarazioni del residente di via del Ciclamino) che si consuma un giallo nel giallo. Sentito dalle televisioni, il residente in un primo momento non aveva escluso che potesse essere lui l’uomo immortalato dalla cam 3 della farmacia, visto che la sera del 3 ottobre sarebbe forse potuto passare di lì mentre faceva ritorno a casa dal bar. Qualche giorno dopo era stato però sentito dalla squadra mobile e la sua versione era stata almeno in parte messa in dubbio dalla stampa.
L’altro ieri, però, davanti ai microfoni e alle telecamere, il condomino è tornato a ribadire con forza la sua versione: “Gliel’ho detto anche a loro (alla polizia, ndr) che ritengo di essere io quello nel video”.
Insomma, quella del del vicino di casa di Louis è una testimonianza che potrebbe assumere molto importanza nell’inchiesta, diventando (qualora dovesse essere comprovata) l’elemento potenzialmente in grado di scagionare Dassilva. I dubbi restano, ed è per questo motivo che il gip Vinicio Cantarini ha sollecitato le parti di richiedere un incidente probatorio: un accertamento tecnico volto ad appurare una volta per tutte l’identità della persona inquadrata dalla telecamera.
Nel frattempo, lunedì sera, i legali di Dassilva – Riario Fabbri e Andrea Guidi – accompagnati da alcuni collaboratori e consulenti sono tornati in via Del Ciclamino per svolgere una serie di ’esperimenti’ all’interno del palazzo del civico 31. Le verifiche si sono focalizzate in particolar modo sulle tempistiche del delitto. Si punta in questo modo a vagliare la possibilità che il presunto assassino potesse effettivamente transitare davanti alla telecamera della farmacia alle 22.17.