di Francesco Zuppiroli
Due donne sono entrate in contatto con il cadavere di Pierina Paganelli. Abbastanza per lasciarle addosso due diverse, seppur flebili, firme biologiche, riconducibili ad altrettante persone di sesso femminile. È questo il colpo di scena che arriva dritto e forte come un pugno allo stomaco dal primo riscontro degli accertamenti irripetibili sui 15 reperti consegnati dalla polizia al super perito Emiliano Giardina. Un riscontro che oltre a collocare sulla scena del delitto nuove figure, esclude – almeno da un punto di vista delle tracce sul cadavere – l’unico indagato Louis Dassilva. Non sarebbe emerso infatti il profilo genetico del 34enne accusato di omicidio volontario pluriaggravato sugli indumenti appartenuti alla povera Pierina. Nemmeno il nuovo laser, fatto arrivare appositamente dagli Stati Uniti ai laboratori dell’Università Tor Vergata di Roma per amplificare le tracce sui reperti, avrebbe fatto emergere Dna utilizzabile in tal senso. Anche se Dassilva era stato arrestato a luglio già prima che gli esami scientifici sui reperti potessero fornire evidenze, bensì sulla base di quelli che la Procura ha definito "gravi e concordanti indizi di colpevolezza" a suo carico.
Dall’ultima fase di accertamenti scientifici, inoltre, non è risultato utilizzabile il profilo di ’maschio 3’: quella esigua traccia di Dna già trovata nella prima parte degli accertamenti – svolti in sede di incidente probatorio – sopra la gonna di Pierina. Quel materiale biologico non è riuscito ad essere amplificato tramite la strumentazione. Non abbastanza almeno per fornire un riscontro utilizzabile dal super perito incaricato dal Tribunale.
Un faldone di informazioni il cui deposito è atteso per questi giorni – data ultima utile fissata al 26 novembre –, ma che ha già fornito così le prime cruciali indigazioni a chi indaga. Così come appunto i due nuovi Dna femminili, repertati per la precisione uno sulla gonna di Pierina Paganelli, ad altezza della vita, e uno sul lato della maglietta, vicino ad una coltellata tra braccio e spalla. Sono due profili che, però, sarebbero stati isolati in quantità molto esigue. Tali da non consentire al momento una comparazione. Per questo con ogni probabilità il super perito Giardina chiederà una proroga per comparare questi nuovi profili femminili con quelli nelle banche dati, dei soccorritori e di chiunque altra quella mattina abbia interagito in qualche modo con la scena del crimine.
Gli esiti degli accertamenti irripetibili sul Dna, compiuti in incidente probatorio e quindi con i risultati che saranno immediatamente utilizzabili in un eventuale processo, sono il primo punto fermo messo nell’inchiesta mediante questo istituto giuridico. Due analoghi sono già stati richiesti e disposti, poi, per analizzare i dispositivi in uso all’indagato Louis Dassilva, difeso dagli avvocati Riario Fabbri ed Andrea Guidi, e – in ultima battuta – per analizzare scientificamente il profilo della persona ripresa dalla cam3 della farmacia ’San Martino’ mediante un esperimento ad hoc. Proprio da questo binario sono attesi i nuovi sviluppi paralleli al Dna. Sviluppi il cui primo passo è calendarizzato per martedì prossimo, 26 novembre, quando i periti delle parti e il super perito Sebastiano Battiato insieme al gip Vinicio Cantarini compiranno il sopralluogo alla farmacia di via del Ciclamino, per verificare il ripristino delle condizioni della sera del delitto, il 3 ottobre 2023 alle 22.17, proprio quando la telecamera della farmacia immortalò la figura attraversare la strada mentre, nei sotterranei di fronte, Pierina era appena stata uccisa con 29 coltellate.