Nuove scuole, come il Peter Pan e l’asilo Girotondo. La rivoluzione della mobilità cittadina con il prolungamento del Metromare fino alla Fiera. Ci sono poi il Paladanza e il completamento dell’area sportiva Ghigi, senza dimenticare il completamento dei lungomari a sud. Questa è la lista delle principali opere pubbliche da avviare nel 2023 con i fondi del Pnrr, ma si rischia che i bandi vadano deserti. Grosso problema visto che le opere devono essere terminate e consegnate entro il 204 o l’anno successivo, a seconda dei bandi, cosi vuole il Pnrr. "Ci sono alcune criticità da risolvere con non poche difficoltà", ammette l’assessore con delega al Pnrr, Roberta Frisoni. "L’emergenza numero uno è l’aumento dei prezzi dei materiali che si protrae già da mesi, con i rincari dell’energia e dunque dei costi a carico delle aziende. Un’emergenza che rischia di portare a bandi di gara deserti, ritardi o interruzioni nei cantieri, lasciando i Comuni e le imprese in difficoltà".
La concomitanza del superbonus ha portato a una quantità di cantieri imprevista, con maestranze che non riescono a soddisfare la domanda. Questo ha aumentato il prezzo dei prodotti rimasti sul mercato che già risentivano delle fluttuazioni provocate dall’andamento dell’economia mondiale e della guerra. Dunque il rischio di non riuscire a terminare i progetti nelle tempistiche imposte dal Pnrr è un spada di Damocle che le aziende potrebbero rifiutare. "Nel Pnrr, tra l’altro, l’aumento dei prezzi non può nemmeno tradursi in una revisione dei progetti. Per fronteggiare questi aumenti spesso i Comuni sono costretti a mettere risorse aggiuntive, che non hanno anche a causa dei maggiori costi da sostenere". Altro problema: i tempi stretti. "Bisogna emplificare i cronoprogrammi. Noi ad oggi stiamo rispettando le tempistiche e le modalità del Pnrr, in assenza di nuove misure si rischia di mettere in pericolo la prosecuzione e i tempi delle opere".
a.ol.