Mancano una ventina di giorni al 15 novembre, scadenza dei termini per la conversione in legge del decreto Fitto che ha prorogato le concessioni balneari, fissando al massimo al 2027 le gare pubbliche per le concessioni di spiaggia.
Crede che il governo riuscirà a superare le spaccature interne che una settimana fa hanno portato allo stop l’esame degli emendamenti in commissione Finanze della Camera?
"Penso che il governo comunque metterà la fiducia – afferma l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini –. A quanto ne sappiamo, la maggioranza ritirerà gli emendamenti mentre quelli della minoranza saranno respinti in blocco".
Una sorta di atto dovuto dopo la perentoria recente presa di posizione dell’Unione europea a riguardo?
"L’Unione europea ha detto chiaro e tondo che il ddl Fitto non si tocca, perché è il frutto di un accordo con lo stesso ministro per gli Affari europei Raffaelle Fitto".
Dì lì non si scappa? Una parte della maggioranza di governo, Lega e Forza Italia, intendeva apportare emendamenti, a partire dagli indennizzi ai concessionari uscenti.
"Se viene modificato il decreto Fitto l’Ue farà ripartire la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia".
Che idea si è fatto di tutta la faccenda?
"Semplice: il governo ha preso in giro i balneari per due anni, con tante promesse ma di fatto zero tutele effettive".
Se dovesse porre la fiducia l’esecutivo rischierebbe di rendere evidenti le divisioni interne, almeno riguardo la questione balneari?
"Non mi pare che a questo punto abbiano altre vie d’uscita".
In caso di mancata conversione in legge entro metà novembre del decreto Fitto scatterebbe automaticamente il ritorno al ddl Draghi sulla concorrenza dell’agosto 2021. E’ così?
"E’ così. Aggiungo che il decreto Draghi, pur con qualche limite, era invece molto più tutelante rispetto al ddl Fitto".
In che senso?
"Il decreto Draghi conteneva il valore aziendale delle imprese balneari. Inoltre, l’autorevolezza di Mario Draghi in Europa sarebbe stata molto importante".
Mario Gradara