Fuori Nadia Rossi. Ma tra i quattro candidati del Pd riminese alle regionali non c’è posto nemmeno per Edoardo Carminucci. Alla fine il segretario provinciale (dimissionario) Filippo Sacchetti e i ’saggi’ del partito, per uscire dall’impasse, hanno sparigliato le carte. E pescato un quarto nome a sorpresa, l’ex primario di terapia antalgica William Raffaeli, da affiancare a quelli che erano già decisi da settimane: la presidente uscente dell’assemblea regionale Emma Petitti, l’ex sindaca di Santarcangelo Alice Parma e il presidente del consiglio comunale di Riccione Simone Gobbi. Lunga, lunghissima la discussione lunedì sera nella direzione Pd che ha ufficializzato i quattro candidati. Riunione alla quale ha preso parte anche il segretario regionale dei dem Luigi Tosiani, nel tentativo di riportare la pace in un partito dilaniato ancora una volta dalle correnti.
Il giorno dopo Sacchetti canta vittoria. "La scelta dei candidati, fortemente condivisa in direzione con 90 voti favorevoli e solo 2 astensioni, chiude un periodo di confronto interno e con la base. A breve annunceremo il nostro programma". Sacchetti poi esalta la scelta dei candidati, "figure di grandi e trasversali competenze politiche e amministrativa. Donne e uomini di comprovata esperienza sia nella gestione della cosa pubblica che – è il caso di Raffaeli – in un settore vitale come la sanità".
L’accordo sui candidati è stato uno degli ultimi atti di Sacchetti da segretario provinciale (dopo le elezioni regionali si svolgerà il congresso). Ma è stato un accordo tutt’altro che indolore, come dimostra la reazione dei Giovani democratici, che volevano Carminucci. "Il Pd di Rimini – attacca René di Martino, il segretario dei Giovani democratici – perde rischia di perdere un’occasione preziosa. A oggi non sappiamo i motivi per cui non è stato candidato Carminucci. Non sono state fornite spiegazioni politiche, perché probabilmente non ci sono. È un momento molto triste per la democrazia interna al nostro partito. Mi chiedo quale sia il nostro ruolo (oltre quello di pagare la tessera), se quando veniamo consultati non siamo presi in considerazione. Se la maggioranza degli iscritti al Pd riminese esprime una preferenza e la maggioranza dei segretari di circolo di Rimini scrive una lettera assieme ai Giovani democratici esprimendo una chiara indicazione, non si può prendere una decisione in contrasto con tutto questo".
Evita ogni polemica invece Nadia Rossi. La consigliera regionale uscente aveva capito da giorni che il coordinamento del Pd avrebbe puntato su Petitti e Parma. "La comunità democratica – commenta la Rossi – mi ha dato tanto. Ed è anche perché la rispetto, così come rispetto questa terra, la sua storia, il suo presente, che ho fatto un passo di lato rispetto alla candidatura alle prossime regionali. Prima del destino personale per me esiste quello collettivo". Sfumata l’occasione del tris, per la Rossi ora potrebbero aprirsi altre opportunità. C’è chi scommette sul suo ritorno a Palazzo Garampi. Intanto la Petitti e la Parma hanno già iniziato ufficialmente ieri la loro campagna elettorale con dichiarazioni (e anche un filmato, nel caso della Parma) sui social.