REDAZIONE RIMINI

Camminata di solidarietà: "L’amore libera, non possiede" contro ogni forma di violenza

Centinaia di persone hanno partecipato all’evento. La vicesindaca Bellini ha sottolineato l’urgenza di un cambiamento culturale e politico per combattere il patriarcato .

Camminata di solidarietà: "L’amore libera, non possiede" contro ogni forma di violenza

Centinaia di persone hanno partecipato all’evento. La vicesindaca Bellini ha sottolineato l’urgenza di un cambiamento culturale e politico per combattere il patriarcato .

Piazza Cavour, ore 16. Una folla si raduna lentamente, puntuale all’appello lanciato per la camminata "È per te", un evento organizzato dal Comune di Rimini in collaborazione con l’Associazione Rompi il Silenzio e numerose realtà associative della rete #retedonnerimini. Sotto un sole sorprendentemente mite per la stagione, l’aria risuona di voci e abbracci, mentre uno striscione campeggia in vista: "Per tutte le Giulie, per ognuno di noi. Camminiamo insieme per spezzare il silenzio".

Proprio un anno fa il corpo di Giulia Cecchettin venne ritrovato, lasciando un segno indelebile nelle coscienze italiane e anche nella comunità riminese.

La camminata, partita alle 16.39, si è snodata lungo un percorso ad anello nel cuore del centro storico della città, per poi fare ritorno nella stessa Piazza Cavour intorno alle 17.15. Un viaggio breve, eppure denso di significato. Ogni passo è stato un grido silenzioso contro la violenza di genere, un invito a riflettere su un fenomeno che, come ha sottolineato la vicesindaca di Rimini, Chiara Bellini, non conosce età, ceto sociale, provenienza o conto in banca.

"Vorremmo non dover essere qui – ha dichiarato Bellini davanti ai partecipanti – ma siamo qui perché ancora oggi, nel 2024, ci sono donne che muoiono per mano di chi dice di amarle. Siamo qui per le 98 Giulie uccise quest’anno in Italia. È un numero intollerabile. Ma anche se fosse una sola, sarebbe troppo. Camminiamo per loro e per chi vive nell’ombra della paura".

Alle 18, in un momento di grande emozione, la marcia si è conclusa con l’accensione delle luci natalizie. Quest’anno, queste luci brillano con un significato speciale: non solo un simbolo di festa, ma un faro contro l’oscurità della violenza. Sopra ogni lampadina, come a sottolineare il valore di ogni piccolo gesto, le parole di Confucio: "Piuttosto che temere l’oscurità, è meglio accendere una piccola luce". Un invito a non arrendersi, a fare la propria parte, per quanto piccola possa sembrare.

Le luci sono state accese sulle note dell’orchestra giovanile Eyos del Liceo Scientifico Albert Einstein, diretta da Davide Tura, con la collaborazione di Andrea Monticelli. Una colonna sonora che ha unito giovani e meno giovani in un abbraccio simbolico. "I ragazzi e le ragazze dell’orchestra rappresentano il futuro – ha sottolineato Bellini – e il nostro lavoro deve essere rivolto proprio a loro. Dobbiamo costruire una società in cui la cultura patriarcale, o neopatariarcale che dir si voglia, venga sradicata dalle fondamenta".

Tra i partecipanti alla camminata, il ricordo è andato inevitabilmente a Giulia Cecchettin, vittima di un femminicidio che un anno fa aveva scosso profondamente la comunità riminese e nazionale. "L’anno scorso eravamo una folla enorme, devastati dalla sua perdita – ha ricordato Roberta Calderisi, presidente di Rompi il Silenzio – Questa marcia è ancora per lei. Ma è anche per le 312 Giulie che quest’anno hanno trovato il coraggio di entrare nei nostri centri. Per tutte le donne che ci ascoltano nelle scuole, che ci telefonano, che bussano alle nostre porte. Per chi, magari in questo momento, ci osserva da una finestra, chiedendosi se ciò che subisce possa essere chiamato violenza".

Calderisi ha lanciato un messaggio accorato anche agli uomini presenti, che non erano pochi: "Queste donne sono le vostre figlie, madri, sorelle. Anche voi dovete camminare con noi, perché l’amore libera, non possiede".

Quella di ieri non è stata solo una marcia, ma un’occasione per riflettere e, soprattutto, per agire. "La violenza non si ferma con una manifestazione – ha detto Bellini – ma camminare insieme risveglia le coscienze, porta un messaggio culturale importantissimo. Dobbiamo essere tanti, tantissimi, per far capire che il patriarcato non si abroga con una legge, ma con un cambiamento radicale, politico e culturale".

L’eco della marcia si è riversata nelle strade e nei vicoli del centro, accompagnando ognuno dei partecipanti nel suo ritorno a casa. E in fondo, come sottolineano gli organizzatori, è questo il vero obiettivo della camminata: lasciare in chi vi partecipa il desiderio di essere una piccola luce, ogni giorno, contro la grande oscurità della violenza.

Aldo Di Tommaso