Bellaria (Rimini), 5 novembre 2024 – Una svolta inaspettata nel caso del cadavere ritrovato il 29 ottobre scorso nel fiume Uso a Bellaria. La Procura di Rimini ha aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignoti per fare pienamente luce sulla morte di Abderrahman Hamdane, 48enne marocchino arrivato in Italia il 4 ottobre scorso con un regolare permesso di lavoro.
La settimana scorsa Abderrahman avrebbe dovuto cominciare a lavorare come bracciante agricolo in un'azienda del territorio e stava per firmare un regolare contratto con il suo titolare. Di fatto però non è mai entrato in servizio, perché ha trovato la morte lungo le sponde del fiume Uso, al confine tra Bellaria e San Mauro Pascoli, non lontano da via Cassandra, dove abitava insieme ai cognati (i fratelli di sua moglie, rimasta in Marocco), dove temporaneamente domiciliato dal giorno del suo arrivato in Italia attraverso la frontiera di Bologna.
A dare l'allarme, attorno alle 15, erano stati alcuni operai impegnati nello sfalcio dell'erba in una stradina di ghiaia all'altezza di via Donegallia, che avevano notato il cadavere galleggiare sull'acqua. Sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco, con una squadra di sommozzatori che si era occupata del recupero della salma, insieme ai carabinieri, alla polizia locale e al 118.
In un primo momento si era ipotizzato che le cause del decesso fossero da ricondurre ad un malore oppure ad un gesto volontario. Con sé, il 48enne aveva il portafoglio con dentro dei soldi e il cellulare. Circostanza che ha reso poco credibile l'ipotesi di una rapina andata male o di un agguato.
Anche la prima ricognizione cadaverica, svolta sul posto dal medico legale, sembrava aver confermato l'ipotesi dell'origine naturale del decesso. La Procura di Rimini ha comunque disposto un'autopsia sul corpo. Gli esami, stando a quanto emerso, avrebbero quindi evidenziato nuovi elementi, a cominciare dalla presenza di lesioni interne e poi di segni sul collo che in un primo momento non erano stati ritenuti compatibili con un'aggressione.