REDAZIONE RIMINI

Buttafuori accusato di omicidio. Testimoni raccontano i pugni fatali,. Signani consulente della Procura

Durante l’udienza per la morte di Giuseppe Tucci, vigile del fuoco ucciso fuori dal Frontemare, tre persone hanno ricostruito l’aggressione del 29enne Klajdi Mjeshtri. In aula anche il campione di boxe .

I genitori di Giuseppe Tucci fuori dall’aula con il pm Davide Ercolani e Matteo Signani (a sinistra) Foto Migliorini

I genitori di Giuseppe Tucci fuori dall’aula con il pm Davide Ercolani e Matteo Signani (a sinistra) Foto Migliorini

Nuova udienza, con la formula del rito abbreviato, a carico del buttafuori albanese di 29 anni Klajdi Mjeshtri, accusato di avere ucciso a pugni il 34enne Giuseppe Tucci, vigile del fuoco, dopo una lite avvenuta fuori dalla discoteca Frontemare l’11 giugno 2023. Ieri mattina, davanti al gup Vinicio Cantarini, sono stati ascoltati i tre testimoni chiave dell’inchiesta: due buttafuori in servizio nel locale e un amico dello stesso Mjeshtri, un ufficiale della Marina militare.

Il pubblico ministero Davide Ercolani, titolare dell’inchiesta, era affiancato da Matteo Signani, il pugile di Savignano campione europeo dei pesi medi, sottocapo della Guardia costiera, presente in aula in qualità di ufficiale di polizia giudiziaria. Il suo ruolo sarà quello di aiutare gli inquirenti a comprendere nel dettaglio la modalità - e le potenziali conseguenze - dei pugni che il buttafuori ha sferrato contro il vigile del fuoco. Almeno nove, secondo la dottoressa Loredana Buscemi (consulente del tribunale), quelli inferti da Mjeshtri a Tucci. Pugni che sono stati descritti come simili a dei jab, e che avrebbero provocato la rottura dell’arteria vertebrale sinistra, portando Tucci a finire in coma, fino al decesso avvenuto a poche ore dall’aggressione. Il nodo da sciogliere, prima di arrivare la sentenza, riguarda la qualifica giuridica del fatto e quindi la volontarietà o meno di uccidere da parte dell’albanese, attualmente accusato di omicidio volontario aggravato, mentre i suoi difensori (gli avvocati Massimiliano Orrù e Piero Ippoliti) propendono per una riqualificazione del reato in omicidio preterintenzionale. Secondo i due buttafuori, poi intervenuti per sedare la rissa, Mjeshtri si sarebbe scagliato contro Tucci, continuando poi a bersagliarlo con alcuni colpi anche una volta finito a terra e ormai inerme e privo di sensi. Diversa la versione fornita dal terzo testimone, l’amico di Mjeshtri, secondo il quale sarebbero stato Tucci ad assalire per primo il buttafuori e che i due avrebbero quindi ingaggiato uno scambio di colpi reciproci. Il pubblico ministero ha poi chiesto che anche il terzo imputato venga indagato per concorso "anomalo" in omicidio, sulla base del racconto degli altri testimoni. Il gup non ha proceduto all’iscrizione nel registro degli indagati, riservandosi la valutazione. La prossima udienza - con le discussioni conclusive e la sentenza - si terrà il 18 ottobre. "Nostro figlio è stato picchiato a morte con una bestialità assurda" hanno commentato Claudio e Barbara Tucci, che si sono costituiti parte civile e sono assistiti dall’avvocato Marco Ditroia. "Quella notte - hanno aggiunto i genitori - non c’è stata una scazzottata tra due persone fuori da un locale, ha voluto ucciderlo a tutti i costi per una discussione da nulla".