L’ultimo scatto. Sulle vetrina di Photo Brocchi, in piazzale Cesare Battisti davanti alla stazione di Rimini, si trovano fogli appesi. Li ha messi Paola Migani per salutare i clienti e dare l’addio a un negozio, ultimo di una serie di attività che ha visto il nome Brocchi associato alla fotografia riminese. Il giorno della chiusura è già scritto. Il 29 settembre la saracinesca del negozio si chiuderà e il giorno successivo non si alzerà come ha fatto per decenni. "Questo negozio ha oltre cinquant’anni", racconta Paola Migani, moglie di Mario Brocchi che con il fratello Alfiero creò una serie di attività contenute in uno scatto, che in seguito videro anche il figlio Mirko. Erano altri tempi, quelli di una Riviera che si ritrovò nel volgere di pochi anni ad essere la culla del turismo balneare. Qui veniva l’Italia, e non mancavano gli stranieri, dai tedeschi alle svedesi. Un mondo che venne documentato nei rullini delle macchine fotografiche, e Brocchi era il luogo dove i sogni si fissavano sulla carta.
Erano anche gli anni che diedero vita a generazioni di fotografi riminesi. Professionisti capaci di cogliere istanti di vita e fissarli con uno scatto. Il nome Brocchi era legato a diversi negozi. Il più famoso era l’Erika foto di Miramare, ma c’era anche Fotolux, sempre a Miramare davanti al cinema.
A queste attività si affiancavano i chioschi a Rivazzurra e in altre parti di Rimini, dove le persone portavano i propri rullini. Erano vetrine luminose che con il passare degli anni si sono spente mentre cambiava la città, cambiava il mondo e quel click diventava un tocco digitale. I social hanno fatto il resto relegando il rullino a un passato lontano. Ma Paola Migani che all’Erika Foto aveva iniziato a lavorare appena sedicenne, ancora parla di quella "magia" mentre mostra le macchine fotografiche d’epoca sugli scaffali, anche il "modello che per primo venne utilizzato sulla luna", per poi volgersi e guardare in un angolo del locale "che un tempo era la camera oscura dove si sviluppavano i rullini dei riminesi". Oggi quegli scaffali si stanno lentamente svuotando in attesa della chiusura tra poco più di un mese. Sulla vetrina compare la scritta per ringraziare "i clienti e gli amici – dice Paola -. Perché una volta i clienti che venivano in negozio erano anche gli amici con cui parlavi".
Andrea Oliva