Rimini, 15 ottobre 2023 – Li chiama "i miei angeli", mentre parla e scherza con loro, nella stanza dell’ospedale Infermi di Rimini dov’è ricoverato da venerdì sera. "Me la sono vista veramente brutta, se sono ancora vivo lo devo solo a loro", ammette Mauro Del Bue. Si sente "miracolato" il giornalista ed ex sottosegretario reggiano, dopo quanto è accaduto venerdì sera. Del Bue era a Rimini per un incontro con i riminesi che hanno aderito alla nuova Associazione socialista liberale.
Cena al ristorante L’Artrov, a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria. Del Bue aveva ordinato una bistecca. Verso le 21, mentre stava mangiando, all’improvviso, si è sentito male ed è svenuto, cadendo a terra. Un boccone di carne lo stava letteralmente soffocando. Nel giro di pochi secondi è diventato cianotico.
Panico tra i commensali, che hanno chiamato immediatamente il 118. Ma per la fortuna di Del Bue in quel momento, al ristorante, c’era anche un agente della polizia ferroviaria. Ha chiamato subito i soccorsi, due colleghi sono arrivati all’istante e insieme gli hanno praticato prima la manovra di Heimlich e poi lo hanno rianimato con un massaggio cardiaco. Nel frattempo sono arrivati nel locale anche i sanitari del 118: dopo le prime cure sul posto, hanno subito portato in ospedale Del Bue. Che si trova tuttora ricoverato in cardiologia e ieri ha ricevuto la visita dei suoi angeli.
Del Bue, come sta ora?
"Molto meglio. Domani sarò sottoposto a una coronagrafia, se tutto va bene poi mi dimetteranno. Ma il peggio, per fortuna, è passato... Mi mi sento un miracolato, un sopravvissuto".
Cosa ricorda di quei momenti terribili di venerdì sera?
"Era stata una bella iniziativa politica. Si stava discutendo a tavola. Io avevo ordinato questa bella bistecca, e purtroppo ho ingurgitato un boccone evidentemente troppo grande. Dopo pochi secondi non riuscivo più a respirare, mi sentivo soffocare. E così ho perso i sensi. Per fortuna sono arrivati loro, quei tre angeli in divisa, a soccorrermi. Altrimenti non sarei qui a raccontarla. Potevo morire".
Gli agenti che l’hanno salvata sono venuti a trovarla in ospedale. Cos’ha detto loro?
"Che sarò in debito con loro per tutto il resto della mia vita. Sono stati fantastici. Non è scontato che degli agenti di polizia siano così pronti e preparati nell’eseguire le manovre salvavita. Li ho ringraziati e abbracciati tante volte. Chiederò al questore di Rimini di far avere loro un encomio. Anzi, se posso..."
Prego.
"Vorrei fare pubblicamente i loro nomi: Gianluca Cervetti, Antonio Laterza e Michele Montebelli. Ieri, in ospedale sono venuti due di loro (mancava Montebelli, ndr ), insieme al comandante, il commissario Laura Casonato. E sono sicuro che ci rivedremo ancora altre volte".
Le persone a tavola con lei sono ancora sotto choc.
"E non solo loro. Tanti hanno saputo del mio incidente: mi hanno telefonato, mandato messaggi. A tutti dico: se non ci fossero stati quei tre agenti, sarei morto. Quello che mi è capitato dimostra quant’è importante preparare gli uomini delle forze dell’ordine a intervenire in emergenze come queste".