REDAZIONE RIMINI

Blitz nel residence del sesso. Il gestore e altre due persone nei guai: si facevano pagare maxi affitti dalle prostitute

L’operazione scattata dopo le segnalazioni di residenti e turisti e il viavai dei clienti. Sequestrati telefonini, computer e gli ’appunti’ con i prezzi applicati alle lucciole. .

Blitz nel residence del sesso. Il gestore e altre due persone nei guai: si facevano pagare maxi affitti dalle prostitute

Blitz nel residence del sesso. Il gestore e altre due persone nei guai: si facevano pagare maxi affitti dalle prostitute

Un palazzo a luci rosse nel cuore di Marina centro. Un mercato del sesso a pagamento che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ’lavorava’ 24 ore su 24. A scoprirlo sono stati gli agenti della polizia locale di Rimini, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani, condotti fino ad un residence di via Pola dalle segnalazioni dei residenti della zona, insospettiti da quel continuo viavai di clienti che suonavano ai campanelli delle ‘lucciole’. Senza contare le lamentele dei turisti che in estate soggiornavano negli hotel delle vie limitrofe, stanchi ed esasperati dai ripetuti gridolini e degli strani rumori che venivano dalle stanze.

Dopo i primi accertamenti, nei giorni scorsi il personale del nucleo di sicurezza urbana della polizia locale riminese è tornato in via Pola. Una trentina le divise che hanno preso parte al blitz nel residence (nella foto). Hanno ‘cinturato’ l’intera strada, poi hanno cominciato a passare al setaccio la struttura perlustrando ogni appartamento. Gli agenti hanno perquisito le camere in cui vivevano 12 donne, in prevalenza di nazionalità romena. Ma tra di loro c’erano anche donne albanesi e cinesi. La più grande ha 54 anni, la più giovane 23. Sono stati sequestrati cellulari, tablet, computer. Le perquisizione si sono quindi spostare nelle abitazioni delle tre persone che, al momento, sono state iscritte nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di sfruttamento della prostituzione. Si tratta di un napoletano di 26 anni, di una rumena di 68 anni – entrambi difesi dall’avvocato Maria Rivieccio - e di un suo connazionale di 34 anni (assistito invece dall’avvocato Massimiliano Orrù). Nel loro caso, oltre ai cellulari, sono stati sequestrati anche bigliettini, appunti e agende che - questa è l’ipotesi degli inquirenti - potrebbero contenere conteggi e tariffari riferiti alle attività illecite.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il 26enne si sarebbe occupato della gestione del residence di via Pola, mentre la 68enne prestava servizio nella struttura come addetta alle pulizie. Il 34enne, sempre stando alla ricostruzione, sarebbe invece il compagno di una delle ragazze coinvolte nel ‘giro’ e avrebbe tenuto i contatti tra i responsabili del residence e le altre ‘lucciole’. Queste ultime erano solite accogliere la clientela direttamente all’interno delle stanze. Tutto ciò, stando al quadro ricostruito dagli investigatori, sarebbe avvenuto alla luce del sole, con i gestori che avrebbero permesso e tollerato le attività a luci rosse, senza intromettersi ed evitando persino di registrarle come ospiti. In cambio del loro silenzio, alle ragazze avrebbero stati chiesti dei canoni d’affitto di tre o quattro volte superiori a quelli di mercato.

Gli avvocati Rivieccio e Orrù hanno già annunciato, per conto dei loro assistiti, la volontà di presentare istanza al Riesame per ottenere il dissequestro dei cellulari.

Lorenzo Muccioli