La Cgil spinge le pale eoliche in mare e contesta gli albergatori che cercano di fermarle. Il tutto mentre il progetto di Energia Wind 2020 procede, e nel 2025 si arriverà alla chiusura della procedura dell’autorizzazione unica, l’ultimo passo prima della fase dediata alla vera e propria realizzazione del’opera. "Chi oggi si scaglia contro il progetto di installazione di pale eoliche offshore nel mare Adriatico apre un dibattito che richiama alla mente la celebre scena di Don Chisciotte che si lancia contro i mulini a vento, scambiandoli per giganti malvagi" attacca la Cgil proovinciale prima di pendere di mira gli albergatori. "Questa battaglia contro l’energia eolica offshore, presentata come una difesa del paesaggio, appare anacronistica. Il vero scempio non è la costruzione di impianti rinnovabili, ma la cementificazione che ha compromesso gran parte della costa riminese, senza particolari ‘levate di scudi’ da parte del mondo imprenditoriale". Un chiaro invito a guardare non solo in mare, dove potrebbero sorgere 51 aerogeneratori alti circa 200 metri e pale con un raggio di ulteriori 80 metri, ma anche alle spalle, ovvero a quel ‘muro’ di alberghi che si vede dall’Adriatico. Una presa di posizione, quella della Cgil, che arriva mentre il progetto procede. La fase della Via, la valutazione di impatto ambientale, è già stata superata. Ora si sta percorrendo la procedura dell’autorizzazione unica che la società Energia Wind sta seguendo interfacciandosi con il ministero dell’Ambiente. Un processo che richiederà del tempo anche per la mole di progetti che i dicasteri stanno valutando negli ultimi anni. La società si era già interfacciata con i vari enti nelle fasi progettuali precedenti, cosa che dovrebbe aiutare nel tagliare i tempi. Se il 2025 vedrà il termine della procedura autorizzativa, il 2026 potrebbe essere l’anno in cui potrebbero iniziare i lavori. "La battaglia contro le pale eoliche offshore assume tratti incomprensibili - ribatte la Cgil -. Infatti non esistono studi che dimostrino l’impatto negativo delle pale eoliche sul turismo. Esistono piuttosto casi e ricerche secondo le quali gli impianti eolici non allontanano i turisti". Tuttavia il sindacato boccia quelle in alta Valmarechia. "Gli impianti eolici, salvaguardando aree paesaggisticamente uniche come l’Alta Valmarecchia, sono uno degli strumenti per una corretta gestione della crisi energetica e climatica". In chiusura: "La lotta a prescindere contro le pale eoliche offshore rischia di configurarsi come una battaglia di retroguardia, che può rallentare un processo di transizione energetica imprescindibile. La vera minaccia non è costituita dalle pale eoliche, ma dall’urgenza di investimenti, anche privati, e da una visione strategica che coniughi crescita economica e sostenibilità ambientale. Invitiamo a guardare alle pale come a una risorsa, non solo per produrre energia pulita, ma anche come simbolo di un territorio che sceglie di investire in un futuro sostenibile".
Andrea Oliva