MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Battaglia per la pensione del marito: vedova ed ex mogli si sfidano in tribunale

L’uomo è morto nel 2022: scoppia la guerra legale per ottenere la reversibilità. La contesa è tra tre donne. Con la prima coniuge il matrimonio era durato quasi 35 anni

Elena Guidi, avvocata della vedova in causa per la pensione del marito morto

Elena Guidi, avvocata della vedova in causa per la pensione del marito morto

Rimini, 21 giugno 2024 – Una pensione per tre. È quella che dovranno spartirsi la vedova e le due ex mogli di un uomo disabile, morto il 10 gennaio del 2022. Così ha deciso il tribunale di Rimini sul singolare caso che vedeva le tre donne contendersi la pensione di reversibilità di Enrico, 81enne disabile deceduto in Sardegna, dove era andato a vivere con la terza moglie dopo aver abitato per tanto tempo a Rimini. A Rimini vive tuttora la prima moglie e il loro matrimonio è andato avanti quasi 35 anni. È stata proprio lei a fare causa quando ha scoperto che, dopo la morte dell’ex marito, l’assegno della sua pensione veniva versato tutti i mesi alla terza moglie, la donna che aveva sposato Enrico nel 2012 ed era rimasta al suo fianco alla sua scomparsa.

La causa ha innescato una battaglia legale tra le tre donne, in lotta per contendersi la pensione. Davanti ai giudici tutte e tre hanno fatto presente di non avere altre entrate, fatta eccezione per l’assegno di mantenimento di 250 euro mensili che la prima moglie percepiva dopo il divorzio. Nella battaglia legale è rimasto coinvolto anche l’Inps. Colpevole, secondo la prima moglie, proprio di aver versato interamente la pensione di reversibilità del marito morto alla terza e ultima moglie di Enrico.

La causa è andata avanti a lungo. Con le tre donne che hanno dovuto presentare sia i certificati di matrimonio (e nel caso delle prime due mogli, anche quelli del divorzio) sia i documenti sula loro situazione patrimoniale. "Ma la vedova, che deve pagare un affitto e non ha altri familiari su cui contare, rischiava di essere la più penalizzata – sottolinea il suo avvocato, Elena Guidi – essendo stato il suo matrimonio il più corto dei tre: è durato 10 anni contro i 35 del primo e i 12 del secondo". Come hanno rilevato gli stessi giudici, in questi casi l’unico criterio è quello di considerare la durata del rapporto di convivenza. Alla prima moglie, in teoria, sarebbe spettato il 62 per cento della pensione di Enrico, alla seconda il 21 per cento e alla terza, la vedova, soltanto il 17 per cento.

Ma la Guidi ha dimostrato che la relazione tra la sua assistita e l’uomo era in realtà iniziata già nel 2004 (prima che lui divorziasse dalla seconda moglie) anche se si sono sposati solo nel 2012. Ed è stata lei a prendersi cura di Enrico a partire dal 2018, quando è diventato invalido, fino alla morte. Per questo i giudici, qualche giorno fa, hanno deciso di ripartire la pensione di reversibilità in questo modo: il 50 per cento alla prima moglie, il resto andrà diviso in parti uguali (il 25 per cento a testa) tra la seconda moglie e la vedova.