STEFANO MUCCIOLI
Cronaca

Banche, la fiducia tradita

Il commento

Rimini, 6 dicembre 2015 - Piangeva disperato il 64enne di Novafeltria che qualche giorno fa ha telefonato al ‘Carlino’. Aveva affidato i risparmi di una vita a Banca Marche, acquistando azioni e obbligazioni subordinate dell’istituto di credito. Ora ha perso tutto. Quel gruzzoletto messo da parte con tanti sacrifici doveva servire per aiutare figli e nipoti. Invece è sparito dalla sera alla mattina.

Una storia come tante, specie nel Montefeltro dove la banca di Jesi ha molti correntisti. I numeri del dissesto parlano chiaro e fanno paura: sono 40mila i soci rimasti con un pugno di carta straccia in mano. Al danno, come spesso succede, si aggiunge la beffa. Mentre Banca Marche dilapidava il suo patrimonio (per salvarla sono serviti 5 miliardi di euro), i vertici incassavano retribuzioni da favola. Si calcola che ex direttore generale e ex vicedirettori abbiano portato a casa, in cinque, la bellezza di 27 milioni di euro tra stipendi, benefit e contributi. In compenso, secondo i legali del vecchio istituto, con il loro operato avrebbero creato un danno di 957 milioni.

L’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti si attirò un mare di critiche quando nel 2012 disse al Senato «a volte sono le banche che fanno le rapine». Non era solo una battuta, almeno a giudicare da quello che sta uscendo dal pentolone di certi istituti di credito. Ora dovrà essere la magistratura a far luce su quello che è successo. E se qualche personaggio in giacca e cravatta si è comportato da bandito, va trattato come tale. Questa brutta vicenda di fiducia tradita non può far piangere solo i piccoli risparmiatori.