Una scuola-laboratorio dove i bambini coltivano la creatività. Soprattutto a trasformare in oggetti concreti le loro idee e invenzioni. Ma la cosa più straordinaria è l’insegnante: si chiama Mecwilly (Willy per gli amici), è un robot alto circa un metro, capace di spostarsi, muovere le braccia, rispondere alle domande e tenere appunto le lezioni. Il ’papà’ di Willy è Roberto Masini, 40enne dipendente comunale (specialista in informatica, settore toponomastica), già salito alla ribalta una decina d’anni fa, quando progettò, costruendolo pezzo per pezzo, il suo robottino. Dotato anche di un ampio repertorio di mimica facciale. Muove la testa, la bocca, gli occhi e inarca le sopracciglia. "E’ in grado di assumere l’espressione di arrabbiato, cattivo, stupito, triste, felice, intimorito", spiega Masini. Per un certo periodo ha ’lavorato’ ai Servizi demografici del Comune in via Caduti di Marzabotto, dando informazioni agli utenti (è in grado di riconoscere le persone, parla varie lingue).
Ma veniamo alla scuola. "L’ho aperta con l’inizio del lockdown, la scorsa primavera – continua Masini –, avevo richieste da tutta Italia. Abbiamo scelto di fare lezioni individuali, che sono più produttive, quelle collettive funzionano meno. Gli allievi sono bambini e ragazzi tra i 6 e i 13 anni, di diverse regioni italiane, una parte del Riminese".
La scuola è divisa in livelli, ogni livello dura sei settimane. "All’inizio – prosegue Masini - spedisco tutto il materiale al bambino, materiale che poi utilizzeremo insieme durante le lezioni pratiche. Una volta a settimana svolgiamo le lezioni e costruiamo uno o più progetti. Poi durante la settimana, prima dell’incontro successivo, seguo il bambino su due fronti, sia nella realizzazione di un progetto che gli propongo, sia nelle sue invenzioni personali". "I bambini inventori – continua Masini – sono pieni di creatività, di voglia di fare, sono dei vulcani di idee e per me è un piacere poter colmare questa loro voglia di costruire e questa incredibile curiosità. Da ex bambino-inventore mi rendo conto di quante poche possibilità ci siano se nessun adulto ti dà una mano e si prende cura di questa tua passione".
Le lezioni sono pratiche e individuali con lo scopo di fornire una solida base di conoscenze tecniche oltre a liberare il proprio potenziale creativo, conquistare autostima e sicurezza in se stessi. "E’ molto bello vedere nei loro occhi la passione e la gioia nello scoprire come quella invenzione che sognavano di fare può essere concretamente realizzata". Qual è il suo tipo di approccio? "Per quanto riguarda il metodo didattico metto al centro la passione e l’interpretazione del mondo, in modo da adattare i concetti alla personale rete di significati permettendogli di raggiungere così padronanza e sicurezza. Obiettivo irrealizzabile in classi con più studenti, ecco perché ho scelto un insegnamento individuale". Alla fine della scuola viene rilasciato il diploma di inventore.
La scuola del ‘professor Willy’ sta avendo un grande successo. Vengono seguiti bambini da tutta Italia grazie alla tecnologia. "È una scuola completamente basata sull’attività pratica, ciò che manca nelle scuole tradizionali e che è mancato anche a me quando ero un giovane inventore", aggiunge Masini, che dallo scorso settembre si è messo in aspettativa come dipendente comunale, per poter seguire meglio le lezioni della sua creatura. Che, oltre alle qualità già elencate, vanta anche quella di risolvere equazioni (basta passargliele davanti agli occhi: lui scannerizza e inizia a calcolare), riconoscere persone purché gli vengano presentate (è educato: memorizza e da quel momento in poi saluta per primo), e vari oggetti. Attraverso la perenne connessione a internet riesce a dare informazioni di attualità, cronaca, metereologia e altro. Non è stato il primo robot costruito dal geniale Masini, ma è il più evoluto: "L’ho fatto riciclando anche componenti dei suoi antenati, per economie di spesa".
Mario Gradara