Tragedia sulla spiaggia di Torre Pedrera ieri mattina. Proprio nella giornata d’esordio del servizio di salvamento – obbligatorio con l’apertura ufficiale della stagione balneare – ha perso la vita uno dei marinai di salvataggio. Si tratta di Cristian Pellegrini, 46 anni compiuti pochi giorni fa, il 4 giugno, colpito da infarto fulminante. Inutili i disperati tentativi di rianimarlo fatti sulla riva, prima da una persona che era in spiaggia, poco dopo dagli addetti del 118, giunti con l’ambulanza, all’altezza del Bagno Celso 61. E’ stato tutto inutile: il cuore di Cristian Pellegrini non ha più ripreso a battere. Sul suo corpo, ancora adagiato sul moscone rosso con il quale era uscito in mare, in attesa dell’intervento degli addetti è stato steso pietosamente un telo, per coprirlo alla vista dei passanti. Il tam-tam della notizia ha fatto rapidamente il giro delle torrette di avvistamento dell’intera provincia.
Sconvolti i colleghi, che lo ricordano come "una persona buona e gioviale, sempre disponibile". Pellegrini stava andando con il moscone d’ordinanza a posizionare la ‘boetta dei trecento metri’, quella che indica il limite oltre il quale barche e motoscafi non possono avvicinarsi alla riva, insieme al bagnino della sua zona, quando si è sentito male. Dalla riva è stato visto il pattino, che aveva superato le scogliere, presenti nel tratto nord dell’arenile, fare un improvviso dietro front e dirigersi velocemente verso la spiaggia. Mentre nel tratto di ‘andata’ a remare era Pellegrini, al ritorno il posto ai remi – raccontano alcuni testimoni - è stato preso dal bagnino che lo accompagnava. "Non mi sento bene", avrebbe detto al bagnino che era con lui. Poco dopo è crollato sul pattino che trasportava entrambi.
"Solitamente il posizionamento delle boette per limitare l’area dei bagni – spiega un collega -, viene effettuato da un singolo marinaio di salvataggio. Non si può escludere che Cristian si sia fatto accompagnare proprio perché già non si sentiva bene". "Erano circa le dieci e mezza quando sono usciti in mare sul moscone per andare a sistemare quella boa – racconta Alberto Pazzaglia, un collega di Pellegrini, operativo al Bagno 63, circa trecento metri di distanza -. Io ho visto la scena da lontano, quando erano circa a metà percorso, ma fuori dalle scogliere, sono ritornati indietro. O meglio, l’ha riportato a riva il bagnino che era con lui, perché era già crollato sul moscone. Qualcuno gli ha fatto il massaggio cardiaco, poi hanno tentato di rianimarlo i sanitari del 118, purtroppo senza riuscirci". Negli ultimi anni Pellegrini, appassionato di basket e di mare, aveva prestato servizio come marinaio di salvataggio a Viserba. Per lui era la prima estate di servizio sulla spiaggia di Torre Pedrera. Suo fratello Guglielmo, custode del circolo tennis di Rivabella, morì nell’incendio del capanno del custode del 2014.
Mario Gradara