LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Baby gang, fenomeno diffuso: "Controlli mirati e body cam per contrastare i malviventi"

Il sottosegretario Prisco in Parlamento: "Pattugliamenti congiunti contro i giovani criminali"

Emanuele Prisco, nato a Perugia il 23 novembre 1977, è attualmente in carica come sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno

Emanuele Prisco, nato a Perugia il 23 novembre 1977, è attualmente in carica come sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno

Fenomeno baby gang: una piaga con cui, specialmente in passato, anche la Riviera ha dovuto fare spesso i conti. Il tema è entrato di recente all’interno del dibattito parlamentare. La fotografia delle "baby gang armate" nel Riminese è stata scattata dal sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, rispondendo a una interrogazione della parlamentare riccionese di Fratelli d’Italia Beatriz Colombo. Prisco ha parlato non di "gruppi stabili e gerarchicamente organizzati", bensì di "aggregazioni occasionali ed estemporanee" di giovani, "per lo più di origine straniera e provenienti da altre regioni del Nord", che vengono a Rimini, soprattutto d’estate.

Secondo il sottosegretario, i gruppi si concentrano in particolare nelle aree del centro storico, nelle vicinanze della stazione ferroviaria e sul litorale di Rimini e Riccione. E per contrastarli è stato messo a punto "un sistema mirato di servizi di controllo del territorio", che vede collaborare forze dell’ordine, Polizia locale e militari impegnati nell’operazione "Strade sicure". Più nel dettaglio, il centro storico viene "sistematicamente monitorato" con specifici servizi di controllo intensificati nei fine settimana; le aree circostanti la stazione sono "regolarmente sorvegliate" dall’Esercito e dalla Polizia ferroviaria; mentre d’estate contro la "malamovida" sul litorale sono attivi "appositi servizi di vigilanza e controllo h24".

L’interrogazione prende spunto da recenti fatti di cronaca, e Colombo si dichiara soddisfatta sottolineando l’importanza delle bodycam per gli agenti, "spesso in grande difficoltà nel dover fronteggiare giovani individui, non solo stranieri, armati di coltello". Così come per le iniziative scolastiche "volte a contrastare il fenomeno delle baby gang".