Azienda di ristorazione fallisce e lascia un buco di 548mila euro

Il sindacato, contattato dai lavoratori, ha studiato il caso scoprendo il debito nei confronti di Stato e Iss

Azienda di ristorazione fallisce e lascia un buco di 548mila euro

Il funzionario della Federazione costruzioni e servizi della Csdl, Diego Moretti

Azienda fallisce e lascia un buco di 548mila euro verso lo Stato e l’Istituto per la sicurezza sociale. A raccontare la vicenda nell’ultima puntata di ’Csdl informa’ è il funzionario della Federazione costruzione e servizi Diego Moretti. "Siamo venuti a conoscenza – dice – di questi fatti circa un mese fa, quando si sono rivolti a noi una decina di lavoratori dipendenti dell’azienda. Ci hanno raccontato che a seguito di un controllo della Gendarmeria, è stato loro comunicato che la stessa azienda avrebbe cessato l’attività". Così, il sindacato si è mosso facendo in modo che questi lavoratori potessero accedere agli ammortizzatori sociali e trovare un nuovo posto di lavoro. "Abbiamo incontrato molte difficoltà – racconta Moretti – anche perché il commercialista che si occupava dell’amministrazione non ha elaborato le buste paga dell’ultimo mese per i dipendenti in regola dell’ultimo periodo, e non si è adoperato per far aprire le procedure di riduzione del personale per conto dell’azienda. Tali lavoratori tuttora non hanno ricevuto l’ultimo stipendio e le voci collegate".

La Csdl ha poi verificato "che l’azienda fin dal 2020 era comparsa nell’anagrafica dei debitori dello Stato. Nel 2023 aveva accumulato un debito verso lo Stato e l’Iss di 413mila euro, mentre a tutt’oggi la cifra è salita a 548mila euro. Si tratta di una cifra enorme, e l’impresa da anni versava in queste condizioni. Con i mandati dei lavoratori, abbiamo controllato nello specifico i contributi previdenziali dal 2018 in poi, e come era prevedibile abbiamo purtroppo trovato brutte sorprese". Nello specifico, verificando alcune singole posizioni, per il periodo 2018-2019-2020 "mancano circa 6 mesi di contributi per ciascun anno; dal 2021 sembra che non siano stati mai pagati. Nell’ultimo anno, per i sette lavoratori rimasti in carico all’azienda, non è stato versato alcun contributo. È doveroso domandarsi come sia stato possibile che questa azienda abbia potuto accumulare negli anni un debito gigantesco verso lo Stato e l’Iss, senza che sia stata fermata prima". Analizzando il decreto del giudice, "sembra evincersi – dice Moretti – che l’istanza sia stata avanzata dal Dipartimento Esattoria e per un importo maggiore: infatti, i 548.000 euro sono quelli riconosciuti dall’imprenditore. Immaginiamo ci siano altri creditori, oltre ai lavoratori, quali banche e fornitori, per cui è una vera e propria voragine. Vorrei fare un appello anche alle associazioni di categoria che rappresentano il settore della ristorazione, affinché siano vigili verso le aziende. Non è la prima volta che denunciamo casi simili, ma non cambia mai niente. Ancora lo Stato non è in grado di recuperare queste somme".