MARIO GRADARA
Cronaca

Avanti tutta con le piscine. Corsini detta le regole: "Una ogni 300 metri e si usi l’acqua di mare"

L’assessore regionale: "Strutture necessarie per la nostra offerta turistica"

L’assessore regionale: "Strutture necessarie per la nostra offerta turistica"

L’assessore regionale: "Strutture necessarie per la nostra offerta turistica"

Piscine sì o piscine no, assessore Andrea Corsini?

"Il tema non va assolutamente posto in questi termini – attacca l’assessore regionale al turismo – Nel senso che non dobbiamo ritornare al solito dibattito degli anni ’90, non realistico".

Dibattito nato dopo l’emergenza mucillagini cominciata nl 1989. Lei è favorevole o contrario alle piscine in spiaggia?

"Io sono favorevole alle piscine sull’arenile, da realizzare a determinate condizioni, e non ovunque, utilizzando acqua salata, visto che c’è un tema di problema delle risorse, acqua dolce in primis. Guai però a pensare alle piscine come risposta alle mucillagini. Serve un approccio diverso".

Quale?

"Vanno pensate come elemento di innovazione e arricchimento della nostra offerta turistica. Infatti sono ovunque. Le ho viste a Viareggio, e ci sono in tante rinomate località balneari, italiane ed estere".

A quali condizioni vanno realizzate le piscine in spiaggia? Da anni, la situazione è a macchia di leopardo, con ogni Comune che fa il proprio piano.

"È così. Le piscine in teoria si possono già fare, seguendo le indicazioni date dai piani degli arenili dei diversi Comuni, condividendo con la Soprintendenza forme e dimensioni. Ce ne sono già parecchie negli stabilimenti balneari della Romagna".

Va bene così quindi?

"Io trovo intelligente prevedere una proporzione tra la dimensione delle piscine, entro certi limiti, 300 metri quadrati ad esempio, e la dimensione degli stabilimenti. E non più di una piscina ogni 300 metri lineari di spiaggia. In ogni caso, lo ripeto, sono strutture che vanno pensate come sostitutive del mare".

Riguardo alle mucillagini, state pensando a campagne di comunicazione?

"Sarebbero inutili, se non controproducenti. Si tratta di un fenomeno naturale, episodico, a macchia di leopardo, non nocivo".

Torniamo alle piscine in spiaggia: riguardo alle regole che ogni Comune si ritaglia, la Regione non dovrebbe dare almeno delle linee guida?

"La Regione dovrà approvare il Piano urbanistico generale, ma i piani dell’arenile non sono competenza nostra. Io propongo di condividere con le varie Soprintendenze una cornice di regole a cui i Comuni, con i loro piani dell’arenile, si devono poi attenere".