Erano partiti da Rimini per un volo addestrativo: praticamente la routine per due militari in forze al 7° Reggimento Aviazione dell’esercito Aves ’Vega’ di Rimini. Ma qualcosa è andato storto: forse si è trattato di un’avaria, saranno le indagini a chiarirlo. Sta di fatto che nella sfortuna del violento atterraggio di emergenza, con l’elicottero biposto finito ribaltato su un terreno agricolo, è andata bene: i piloti sono usciti con le loro gambe e se la sono cavata con prognosi non gravi. Probabilmente hanno cercato di atterrare sulla pista della Spreta, l’hanno mancata di poco e gli è andata bene: finendo nel terreno agricolo di un privato, hanno mancato sia l’E45 che la provinciale Dismano.
Il volo di emergenza è avvenuto verso le 15 sul terreno che si trova dall’altra parte del Dismano rispetto alla Spreta. A bordo dell’elicottero biposto, un Aw129 Mangusta, c’erano un maggiore dell’esercito di 51 anni e un tenente di 36. Erano partiti dalla base di Rimini e lì dovevano tornare. Poi qualcosa è andato storto, e andrà chiarito precisamente cosa: "Al vaglio la dinamica e le cause che hanno costretto i piloti all’atterraggio forzato, avvenuto nel rispetto delle procedure di volo, senza causare effetti collaterali" si legge in una nota dell’esercito. E davvero effetti collaterali non ce ne sono stati: fortunatamente l’elicottero non è finito sulla carreggiata di una delle arterie della zona. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco e carabinieri, oltre ovviamente al personale del 118. A occuparsi dell’indagine è il pm Angela Scorza: è stato aperto un fascicolo contro ignoti per lesioni colpose.
I due piloti sono usciti da soli dall’elicottero. Sono stati trasportati all’ospedale Bufalini, uno in ambulanza e uno sull’elimedica: la scelta del trauma center cesenate è stata però dettata più dal tipo di incidente in cui i due si sono ritrovati coinvolti, potenzialmente letale, che non dalle loro condizioni di salute. Sono stati esaminati dai medici per escludere grossi traumi, ed è andata tutto sommato bene considerando l’accaduto. Il maggiore 51enne infatti se l’è cavata con diverse fratture e una prognosi di 40 giorni, mentre il tenente 36enne ieri sera era ancora in Pronto soccorso per accertamenti ulteriori, ma le sue condizioni non destavano preoccupazione nei medici. L’elicottero da esplorazione e scorta A129 “Mangusta”, fu sviluppato inizialmente con funzioni anticarro, armato con missili filoguidati Tow e razzi da 81 mm. L’elicottero ha avuto il suo battesimo del fuoco in Somalia durante l’operazione Restore Hope (1992-1994); sempre nella versione anticarro, ma armato anche di mitragliatrici da 12,7 mm installate in appositi pod subalari, ha partecipato alle operazioni in Albania nel 1997, nella Repubblica di Macedonia ed in Kosovo (1998-2000) oltre che in Iraq e Afghanistan’. Insomma, il velivolo da quando è stato introdotto viene utilizzato dai nostri militari sui fronti più caldi in tutto il pianeta.
Sara Servadei