"Cerchiamo personale femminile con esperienza per gelateria, inviare curriculum con foto a colori a...". Non l’avesse mai fatto, Gaetano Bruna. La sua offerta di lavoro, pubblicata su alcune delle pagine Facebook più frequentate dai riminesi, compresa quella del gruppo Sei di Rimini se... (dove tanti imprenditori riminesi fanno annunci per la ricerca dl personale) ha scatenato la bufera. "Annuncio sessista", hanno commentato alcuni. E ancora: "Voglio sapere dov’è questa gelateria, che così smetterò di andarci". Altri hanno fatto notare a Gaetano che "l’annuncio va contro le norme per la parità di genere", pubblicando l’articolo di legge. In particolare la legge 903 del 1977 e il decreto legislativo 276 del 2003, che vietano espressamente di indicare il genere tra i requisiti. Dopo le polemiche sui social Gaetano Bruna, che gestisce con sua moglie un bar gelateria a Riccione, hanno rimosso l’annuncio. "Ma non capiamo tutte queste polemiche – dicono – Non c’era nulla di sessista, nella nostra offerta di lavoro". Ed è lo stesso titolare a spiegare i motivi: "Stiamo cercando una persona che possa affiancare mia moglie al bancone. Riteniamo sia più indicata una donna, tutto qui...".
Nel dibattito scatenatosi sui social Gaetano ha risposto a chi lo attaccava. Ma quando il clima si è fatto sempre più rovente, lui e la moglie hanno deciso di togliere l’offerta di lavoro da quasi tutte le pagine Facebook. Ormai la frittata era fatta, tanto che alcuni poi hanno segnalato la vicenda agli enti competenti e anche alla consigliera di parità di Rimini, Adriana Ventura. Che in passato è già intervenuta più volte, mandando gli ispettori del lavoro a fare controlli in aziende del Riminese che facevano offerte di lavoro ritenute discriminatorie. Guai a scrivere Cercasi uomo o Cercasi donna per questo o quel lavoro: si rischiano multe da 3mila euro.
Manuel Spadazzi