REDAZIONE RIMINI

Assistenza territoriale. Carradori in consiglio per mostrare la via. Ma è scontro totale

Il direttore dell’Ausl domani in città relazionerà sul nuovo corso, ma l’Ordine e i sindacati insorgono su case di comunità e liste d’attesa "Nell’entroterra e nelle frazioni non è questo il sistema che funziona" .

Assistenza territoriale. Carradori in consiglio per mostrare la via. Ma è scontro totale

La sanità è "sotto attacco" dicono Cgil, Cisl e Uil, mentre Tiziano Carradori, direttore generale dell’Ausl Romagna, sta per arrivare a Rimini. Domani sera relazionerà a consiglieri comunali e membri della giunta in aula sulle linee di sviluppo dell’assistenza territoriale. Ma da subito il presidente dell’Ordine dei medici provinciale Maurizio Grossi, si mostra poco ottimista. "Non penso che Carradori potrà portare soluzioni. Purtroppo la situazione della sanità è difficile. E’ un malato grave. Il miliardo di debiti della sanità regionale negli ultimi anni parla da sé. Oggi serve anche un anno di attesa per avere una visita non prioritaria. Lunghe liste per otorino, oculistica e così via. In fondo lo stesso Carradori è vittima di una situazione che è nazionale". Sull’assistenza territoriale il presidente non è in linea con le scelte dell’Ausl. "Le case di comunità vanno bene per le città, dove c’è una forte concentrazione di residenti. Ma nell’entroterra o nelle frazioni è un modello che non risponde alle esigenze delle persone. Faccio un esempio. E’ già attiva la casa di comunità a Coriano. Ma questo ha portato a perdere il servizio del medico di famiglia che prima era a Ospedaletto, Cerasolo e Mulazzano. Sta accadendo una cosa simile anche a Corpolò di Rimini dove il medico di base se n’è andato. E in Valconca. Mi sembra manchi un progetto di ampio respiro".

Anche il Partito democratico con il capogruppo in consiglio Matteo Petrucci sottolinea le "criticità presenti sul fronte della medicina territoriale dovuta alla carenza nelle frazioni di medici di base, la cui capillarità è determinante al fine di garantire il livello minimo di assistenza della popolazione con particolare riguardo agli anziani ed ai fragili. La nostra realtà provinciale rispetto ad altre soffre meno questa problematica, ma vi sono zone periferiche che da mesi sono senza il medico". La ricetta del Pd è l’opposto di quella dell’Ordine dei medici.

"Sosteniamo il cammino intrapreso di proseguire nel processo di realizzazione dei progetti inerenti alle Case di comunità, strutture che saranno fondamentali per potenziare la medicina territoriale". Per tutti resta il problema delle risorse economiche destinate alla sanità dal Governo, ritenute troppo scarse in ottica futura. Tanto che i sindacati riuniti lanciano un appello. " Le previsioni del documento di economia e finanza del governo Meloni che riduce in maniera drastica il finanziamento per la sanità pubblica, entro il 2026, al 6,2% del PIL, unite alle enormi difficoltà del servizio sanitario nazionale nell’epoca post Covid, ci fanno dire che siamo ad un punto critico". dunque "basta chiacchiere, basta divisioni, dobbiamo tutti portare a casa un risultato costringendo il Governo ad ascoltare il grido di allarme che arriva dal territorio". A generare la battaglia per la sanità è la situazione che vede "i pronto soccorsi e tante strutture e reparti dal nord al sud in perenne affanno. I medici rassegnano le dimissioni e mettono in difficoltà il sistema pubblico, come quelli che nel nostro ambito si trasferiscono nel privato o all’estero tra cui anche San Marino". Senza risorse adeguate "i servizi sul territorio compresi quelli relativi all’urgenza, i servizi ospedalieri, la diagnostica e la medicina territoriale e di prossimità non riusciranno a garantire risposte favorendo lo scivolamento verso il privato".

Andrea Oliva