REDAZIONE RIMINI

Asse bipartisan sullo Ius scholae. Per il sindaco "serve subito la legge". Forza Italia: "Troveremo la soluzione"

A Rimini come a Roma si riapre il dibattito sulla cittadinanza ai minori stranieri nati qui. Nella nostra provincia gli studenti non italiani sono quasi 6mila, il 14 per cento del totale.

A Rimini come a Roma si riapre il dibattito sulla cittadinanza ai minori stranieri nati qui. Nella nostra provincia gli studenti non italiani sono quasi 6mila, il 14 per cento del totale.

A Rimini come a Roma si riapre il dibattito sulla cittadinanza ai minori stranieri nati qui. Nella nostra provincia gli studenti non italiani sono quasi 6mila, il 14 per cento del totale.

Ius scholae alla riminese. Il sindaco Jamil Sadegholvaad è favorevole a una legge sullo Ius scholae e intanto opta "per un approccio pragmatico intervenendo su quella che è l’istruzione e sulle strutture per accogliere tutti i bambini fin dal nido". A Santarcangelo il sindaco Filippo Sacchetti è intenzionato a dare corso alla modifica dello statuto comunale del 28 febbraio scorso, con la quale "è stata istituita la cittadinanza onoraria per tutti i minori stranieri residenti nel territorio, nati in Italia da genitori regolarmente soggiornanti o nati all’estero, che abbiano completato almeno un ciclo scolastico". In provincia come a Roma il dibattito sullo Ius scholae si è riaperto. In Parlamento il tema è tornato d’attualità negli ultimi giorni col disegno di legge della senatrice del Pd Simona Malpezzi. Una proposta che prevede la concessione della cittadinanza italiana al minore straniero nato in Italia o arrivato nel Paese entro il compimento il dodicesimo anno di età che abbia frequentato per almeno cinque anni uno o più cicli scolastici o percorsi di istruzione e formazione professionale.

In provincia gli studenti con cittadinanza non italiana rappresentano il 14,5% del totale, con un picco del 16,8% alle elementari. Si tratta nel complesso di poco meno di 6mila (5.982) tra bambini e ragazzi. A Rimini, come in Parlamento, tra chi vuole affrontare il tema dello Ius scholae c’è Forza Italia. "Dobbiamo ancora parlarne – premette il segretario provinciale Antonio Barboni – Siamo davanti a un problema, ritengo doveroso affrontarlo. Non credo che l’argomento vada lasciato al solo centrosinistra. Ben venga il confronto per trovare una soluzione, ma le fughe in avanti a livello locale non servono. Ciò che serve è una legge nazionale". Gli azzurri non sono disponibili ad avallare scelte come quella del Comune di Santarcangelo. Resta il fatto che una soluzione nazionale va trovata, senza pregiudizi. "Integrazione non vuol dire omologazione", ribadisce il sindaco di Rimini. "Vanno evitate le classi ghetto, e le classi in cui si cerchi di avere solo studenti italiani. Così si vivrebbe da separati in casa e non avremo risultati positivi. Quando vedo gruppi di giovani stranieri per le vie della città che si muovono sempre tra loro, la vedo come una sconfitta. Accoglienza e integrazione nascono da una contaminazione positiva e da costruire". Per Sadegholvaad il tema dell’integrazione non può essere visto come una scelta dalla politica e dalle istituzioni. "È un obbligo affrontare l’argomento perché il nostro futuro va in quella direzione. Pensare di metterli su un aereo e liberarsi di un problema è una gigantesca sciocchezza".

Andrea Oliva