Un ospizio trasformato in lager. Nel dicembre 2018 i Nas di Bologna, responsabili delle indagini sui maltrattamenti ai danni di anziani non autosufficienti all’interno della casa di riposo ‘La Collina’ di Mondaino, avevano ricostruito un quadro degno di un film dell’orrore. Pazienti che cadevano a terra, riportando fratture e lesioni, e che lì rimanevano lì, stesi sul pavimento, sporchi e mezzi nudi, anche per delle ore. Anziani sorpresi a vagare come zombie in paese quando avrebbero dovuto essere accuditi. Altri sedati con dosi pesanti farmaci o pieni di piaghe da decubito a causa della non corretta movimentazione. Terapie salvavita non somministrate. Pasti insufficienti. Dipendenti costretti a turni massacranti. Una lunga sfilza di episodi documentati attraverso le denunce presentate dai familiari e finiti nel fascicolo aperto dalla Procura, che ha chiesto il rinvio a giudizio per sette persone coinvolge nella gestione della struttura tra cui la ex direttrice, un infermiere e anche alcuni operatori socio-sanitari. L’udienza preliminare davanti al gup del tribunale di Rimini si terrà il 23 marzo. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Sonia Raimondi, Manuela Isotti, Tiziana Casali, Alessandro Sintucci, Andrea Cappelli, Monica Urbinati e Gianpaolo D’Eugenio. Una sessantina, stando alla ricostruzione, gli ospiti che nel corso sarebbero stati vittime di abusi e maltrattamenti, prima che i carabinieri mettessero fine a quell’inferno. Nell’ospizio i militari avevano trovato 36 ospiti tenuti in condizioni disastrose. L’amministratrice della struttura, Maria Luisa Bulli, era già stata arrestata nel 2001 per fatti analoghi sempre all’interno della casa di riposo. Eccessiva sedazione, pasti inadeguati, somministrazione di farmaci scaduti, uno scenario da incubo. Impietose le intercettazioni. "Se suoni il campanello ti spezzo le gambe". I familiari degli anziani ospiti (assistiti dall’avvocato Stefano Caroli) si erano rivolti ai carabinieri. Che poco dopo avevano bussato alla porta della ‘Collina’.
Lorenzo Muccioli