È a favore della compagnia telefonica Wind Tre spa, che aveva fatto ricorso, la sentenza che il Tar, Tribunale amministrativo dell’Emilia-Romagna, ha pubblicato ieri in merito all’installazione dell’antenna di telefonia cellulare in prossimità della vicinale Cà Prazzin a Misano Monte, poco distante dal Byblos. La giunta, forte del regolamento comunale che disciplina questi impianti, non aveva concesso l’autorizzazione al colosso e si è costituita in giudizio per resistere al ricorso della Wind Tre. Il contenzioso legale non ha comunque fermato il progetto. L’antenna infatti è stata ugualmente innalzata, pur sapendo che c’era un giudizio pendente. In sostanza la sentenza stabilisce che il regolamento comunale è illegittimo in quanto prevede che le antenne vadano impiantate solo su terreni pubblici indicati dal Comune, mentre si ritiene possano insistere sia su aree pubbliche che private, a patto che rispettino i livelli delle emissioni.
Dunque per il Tar il regolamento comunale vieta quello che viene ritenuto diritto da parte dei gestori di installare l’antenna dove credono, al di là di chi sia proprietario del terreno. Si ripete sotto certi aspetti la vicenda dell’antenna che Iliad ha installato in viale Belluno a Riccione, contro la quale con petizione erano insorti oltre 500 residenti. È amareggiato, ma non sorpreso, il sindaco Fabrizio Piccioni. "Wind Tre ci aveva chiesto di trovare un luogo pubblico per posizionare una sua antenna a Misano Monte, noi l’abbiamo cercato – premette il primo cittadino – ma non ce n’erano disponibili, se non nel parco dell’area Perp, quindi l’abbiamo comunicato. La Wind Tre ha così trovato un terreno privato. A quel punto ci siamo opposti dicendo che non avevano seguito le giuste procedure, in quanto in seguito all’istruttoria potevano ancora chiedere se c’era un’altra zona adatta. Ci siamo opposti, pur sapendo che rispetto le antenne i Comuni hanno scarso potere". L’amministrazione si appellerà al Consiglio di Stato? "È da valutare, non so se convenga investire altre risorse pubbliche, anche perché la sentenza del Tar purtroppo è abbastanza netta verso la normativa – risponde Piccioni –. Noi abbiamo proceduto sempre nel massimo rispetto della tutela della cittadinanza, però la legge vale di più dei regolamenti comunali" . Aggiunge: "Noi abbiamo poco potere. Secondo la normativa un gestore può prendere un terreno e se rispetta le emissioni può procedere con l’installazione a prescindere dalla vicinanza delle abitazioni. Nel nostro caso l’unico punto positivo è che l’impianto, rispetto a un’altra possibile area pubblica, ora è più lontano, anche se dal punto di vista estetico non è il massimo. Questo dimostra che la legislazione è molto dalla parte dei gestori, non si tiene conto eppure dei luoghi sensibili, cosa prevista dal nostro regolamento che, come altri però, se più restrittivo della norma nazionale, non vale".
Nives Concolino