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Alpini molestie a Rimini: "Prime querele contro chi ci ha diffamato"

Dopo i presunti casi le ’penne nere’ vanno al contrattacco. Quattro le persone già segnalate dall ’Ana, "ma siamo soltanto all’inizio"

Rimini, la sfilata finale lungomare degli Alpini

Rimini, la sfilata finale lungomare degli Alpini

Rimini, 13 settembre 2022 -  La ’vendetta’ delle penne nere. Finiti alla gogna per i casi di presunte molestie durante i giorni dell’Adunata nazionale a Rimini, gli alpini ora passano al contrattacco. E querelano chi ha riversato tonnellate di fango sul corpo degli alpini e sull’evento di Rimini. Quattro, fin qui, le persone individuate e denunciate per diffamazione dai legali dell’Ana, l’associazione nazionale degli alpini. "A due il provvedimento è gia stato notificato, agli altri arriverà a giorni – precisa Massimo Cortesi, portavoce di Ana – Le persone querelate sono un politico, un giornalista e due soggetti che hanno offeso il corpo e l’associazione, rappresentando tutti gli alpini come ubriaconi e molestatori. Ma siamo solo all’inizio". Nessuno dei denunciati, va detto, è riminese.

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L’Ana ha atteso alcune settimane, prima di passare alle vie legali. Anche per vedere gli sviluppi dell’inchiesta sugli episodi di presunte molestie avvenuti a Rimini dal 5 all’8 maggio, giorni in cui si è svolta l’Adunata. Fin qui l’unica denuncia circostanziata è stata quella presentata ai carabinieri da una riminese di 26 anni. La ragazza aveva raccontato ai militari di essere stata seguita, accerchiata e strattonata da tre uomini di mezza età con il cappello da alpini vicino a piazzale Fellini durante il pomeriggio del 7 maggio, mentre passeggiava con un’amica. La Procura di Rimini ha aperto un’indagine, sono stati visionati i filmati delle telecamere della zona ma, come annunciato dal procuratore capo Elisabetta Melotti, è stata l’archiviazione "per l’impossibilità di identificare i molestatori".

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I legali dell’Ana stanno valutando anche la posizione dell’associazione ’Non una di meno’, collettivo femminista che ha portato alla luce i casi di presunte molestie, raccogliendo le segnalazioni tramite i social e non solo. Per Sebastiano Favero, il presidente dell’associazione nazionale degli alpini, "resta una grande amarezza per vicenda. Avevamo invitato tutti alla prudenza dopo le prime segnalazioni di presunte molestie a Rimini. Purtroppo c’è chi ha generalizzato offendendo e condannando l’intero corpo degli alpini per i comportamenti di alcuni. Comportamenti che, va sottolineato, sono tutti ancora da accertare".