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Allarme influenza: a Rimini fa più paura del Covid

Il direttore generale dell’Ausl, Tiziano Carradori, ha disposto la formazione di una Unità di crisi: "Il sistema sanitario è provato e il picco arriverà per Natale"

Rimini, 30 novembre 2022 - "Il Covid? Mi preoccupa molto di più l’epidemia di influenza" il cui picco potrebbe arrivare per Natale. Le parole di Tiziano Carradori, direttore generale dell’Ausl Romagna, se da un lato rassicurano su un inverno più sereno rispetto al passato per quanto riguarda gli effetti del Covid, dall’altro mostrano apprensione per l’impatto che l’influenza sta avendo sulla popolazione e sul servizio sanitario.

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Tiziano Carradori, direttore generale dell’Ausl Romagna
Tiziano Carradori, direttore generale dell’Ausl Romagna

Un passo alla volta. Dopo tre vaccini fatti da una grande quantità di romagnoli e riminesi, la quarta dose sta incontrando pochi estimatori. "Non sta avendo un grande successo - premette il direttore generale dell’Ausl Romagna -. Tuttavia dobbiamo considerare quella che è stata la copertura vaccinale sul territorio e in regione. Nella nostra realtà siamo una popolazione di un milione e 125mila abitanti e abbiamo somministrato 2,5 milioni di dosi. Questo conferisce un livello di copertura importante anche se la quarta dose non ha avuto gran successo". Alla luce delle condizioni che si sono create "io non sono pessimista per quanto riguarda Sars Cov 2" nonostante un aumento dei casi registrati nelle ultime settimane.

Il Covid si farà comunque sentire in questo inverno ormai alle porte e questo andrà a sommarsi a una influenza che sta falcidiando gli studenti nelle scuole, dai nidi alle superiori, e comincia a creare problemi nella popolazione anziana, la più vulnerabile. Fino a una settimana fa le dosi di vaccino antinfluenzale somministrate alla popolazione superavano di poco le 34mila. Un dato che è andato aumentando di giorno in giorno, ma che resta lontano da un’ampia copertura anche nelle fasce di età pi anziane.

"Oggi abbiamo ancora la pandemia sulla quale non possiamo mettere la parola fine - riprende Carradori - anche se il livello di protezione sulle conseguenze più severe è migliorato ed è sotto gli occhi di tutti. Ma il sistema sanitario è molto provato per quanto fatto in questi ultimi due-tre anni. Ha dato molto per impegno profuso. Abbiamo un sistema provato da impegno e lavoro, e contestualmente la salute finanziaria del sistema sanitario nazionale non è delle migliori. A questo aggiungiamo il fatto che il mercato del lavoro non mette a disposizione i professionisti di cui avremmo bisogno. In questa condizione ci ritroviamo con una epidemia influenzale che comporta ulteriori accessi al pronto soccorso e ricoveri. Se i medici non riusciamo a reclutarli è evidente che tutto questo sottopone a ulteriore stress chi ha lavorato in questi anni, e ad attese chi arriva in Pronto soccorso. La mia attenzione è sulla prossima epidemia tanto che ho già dato disposizione al nuovo direttore sanitario di attivare una unità di crisi per prepararsi alla gestione adeguata della epidemia influenzale che dovrebbe avere il picco nella seconda metà del mese di dicembre".