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Agnelli nella piramide ’Galactica’: "Un onore suonare al Cocco"

L’artista techno salirà in consolle a mezzanotte. "Il mio segreto? Sperimentare e non fermarsi mai"

Luca Agnelli, originario di Castiglion Fiorentino, si è appassionato alla musica elettronica molto giovane. Già a 14 anni saliva in consolle per i suoi primi set

Luca Agnelli, originario di Castiglion Fiorentino, si è appassionato alla musica elettronica molto giovane. Già a 14 anni saliva in consolle per i suoi primi set

La notte sotto la Piramide diventa ’Galactica’. Da mezzanotte il Cocoricò si accende a ritmo del re della techno italiana, Luca Agnelli. Il dj e producer toscano è sempre in cerca di percorsi e stimoli nuovi e questa sera farà tappa nel tempio dell’elettronica, per un viaggio inedito tra passato e presente.

Qual è il suo primo ricordo in consolle?

"Avevo 14 anni, ancora nei locali si ballava il pomeriggio e iniziavo a stare dietro al mixer per le prime volte. Suonavo ogni genere, cominciavo con ritmi più soft e poi aumentavo. Tutto questo mi ha sempre aiutato, creandomi un background fondamentale".

Nella sua carriera ha sempre saputo reinventarsi musicalmente, un po’ come il mondo della notte.

"Tutte le mie evoluzioni sono state dettate da scelte di cuore, ho sempre fatto ciò che mi faceva stare bene. Negli ultimi anni sono andato verso un sound hard-techno e il tempo mi ha premiato. Anche il Cocoricò ha saputo stare al passo con i cambiamenti, per me è il simbolo del clubbing, in pista c’è tantissima energia. Suonare qui è un onore ed un onere".

Stasera cosa attenderà i suoi fan?

"Metterò in scena tante mie tracce inedite; poi il nuovo disco, la collaborazione con Salmo e qualche chicca della storia del Cocoricò in chiave rivisitata. Saranno tante le sorprese".

Cosa significa per lei suonare all’ombra della Piramide?

"Il mio modo di suonare è energico e il pubblico lo sente. Quello del Cocco è speciale, suonerò nel luogo in cui sono passati i mostri sacri della techno italiana".

Lei è un amante della techno e il Cocoricò ne è la casa.

"Artisticamente mi ritrovo molto quando suono qui, sono completamente a mio agio. Essere qui è la conferma che quando ho voluto virare sulla musica hard-techno ci ho visto giusto".

Come è cambiato il suo mestiere negli anni?

"Quando ho iniziato ancora c’erano i vinili, una magia diversa. Era un po’ come toccare con mano la musica e abbassare la puntina qualcosa di indescrivibile. Non per questo sono contro la tecnologia, la utilizzo molto nel mio lavoro. Ad esempio sono stato uno dei primi dj ad utilizzare il computer durante i set. Ero criticato, ora lo fanno tutti. La mia fortuna è stata la curiosità e la voglia di sperimentare sempre cose nuove".

Federico Tommasini