Due accuse – atti persecutori e lesioni personali – entrambe aggravate da motivazioni di odio razziale. Lo stesso odio che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe spinto un riminese di 26 anni ad accanirsi, con aggressioni fisiche e verbali, contro un cittadino italiano di origine nigeriana, diventato suo coinquilino in un appartamento di via Mentana. Tutto per via del colore della pelle, che spesso e volentieri si sarebbero trasformato nella causa scatenante delle vessazioni e delle persecuzioni che sarebbero state messe in atto dal 26enne. Vista la richiesta del sostituto procuratore Luca Bertuzzi, il gip di Rimini Raffaella Ceccarelli ha emesso nei giorni scorsi un decreto di giudizio immediato nei confronti dell’indagato, difeso dall’avvocato Ninfa Renzini. L’udienza, davanti al tribunale in composizione collegiale, è stata fissata per il 16 maggio prossimo.
In più di un’occasione, tra settembre e ottobre dello scorso, il cittadino di origine nigeriana si era rivolto alle forze dell’ordine perché esasperato dagli improvvisi picchi di rabbia e dalle molestie continue subite per colpa del coinquilino. Polizia e carabinieri, in pochi mesi, avevano bussato almeno cinque o sei volte alla porta dell’appartamento. A loro la vittima aveva riferito di quei continui episodi e di essere ormai diventato il bersaglio prediletto del ragazzo con cui condivideva l’appartamento: per quest’ultimo ogni occasione era buona per prendersela con l’inquilino, stuzzicandolo con continui dispetti, coprendolo di insulti, e arrivando persino a mettergli le mani addosso per i motivi più disparati, colpendolo con una padella bollente sul braccio. Tra gli episodi più clamorosi documentati dagli inquirenti, ce ne sarebbe uno risalente alla metà di settembre: in quell’occasione il giovane riminese avrebbe preso il suo ‘animaletto domestico’ - un pitone - da una teca di vetro, minacciando di aizzarlo contro il povero inquilino, fino ad avvicinare il serpente al suo volto. Un comportamento molesto che il 26enne, stando alla ricostruzione, aveva adottato anche nei confronti degli altri residenti del palazzo. Il 7 ottobre i carabinieri erano accorsi in via Mentana, dopo che i condomini avevano trovato diverse tracce di sangue sulle scale: non c’era voluto molto per scoprire che lo scalmanato si era ferito volontariamente alla braccia. Il 26enne in seguito era stato trasportato in ospedale per le ferite e anche per essere sottoposto a una visita psichiatrica.