
C’era una volta Venezia, la città sospesa tra sogno e realtà, tra acqua e pietra, tra bellezza e fragilità. Poi...
C’era una volta Venezia, la città sospesa tra sogno e realtà, tra acqua e pietra, tra bellezza e fragilità. Poi venne il novembre del 2019 e il sogno si trasformò in incubo: l’acqua alta raggiunse livelli mai visti, sommergendo strade, piazze, vite. È da quella ferita che nasce ‘Acqua alta - Venezia 2019’, la mostra di Patrizia Zelano che dalle 17 di oggi fino al 5 aprile, sarà presente presso la Galleria Zamagni di Rimini. Un viaggio poetico su ciò che resta e su ciò che si trasforma. Perché Patrizia Zelano non si è limitata a osservare il disastro: ha agito, ha salvato libri intrisi d’acqua, li ha sottratti alla dimenticanza e li ha trasfigurati in arte. Le sue fotografie non sono semplici immagini: sono testimonianze, sono memorie, sono simboli. Tra colori espansi nelle trame della carta e segni che parlano di perdita e resistenza, le opere esposte raccontano una storia che non si può dimenticare e che ci ricorda il nostro passato più recente con le alluvioni del 2023 e 2024. La fotografia, nelle mani di Patrizia Zelano, diventa rito e redenzione, diventa la voce di un’umanità sospesa tra passato e futuro. E se è vero che l’arte ha il compito di custodire il sapere e di trasformare la distruzione in speranza, allora questa mostra è un invito a guardare oltre l’acqua, oltre il tempo, oltre la paura.
Aldo Di Tommaso