REDAZIONE RIMINI

Accoltellato in centro a Rimini: “Mio figlio è vivo per miracolo”

L’amaro sfogo del padre. Il 19enne, dopo dieci giorni di convalescenza, è tornato alla vita normale

Gli autori del ferimento erano stati raggiunti e arrestati, quella stessa notte, da una pattuglia della questura

Gli autori del ferimento erano stati raggiunti e arrestati, quella stessa notte, da una pattuglia della questura

Rimini, 10 novembre 2024 – “Un grande spavento” e 6-7 punti sulla ferita a ricordargli una notte di follia nel centro storico di Rimini. Ma “mio figlio è stato fortunato, molto fortunato. Indossava un giubbino e la felpa e il coltello non è affondato più di tanto e non ha leso organi vitali. Se l’è cavata con 10 giorni di prognosi e dopo poco ha ripresa a fare la sua vita in modo normale. Ancora però non riusciamo a spiegarci il perché di un gesto così insensato, di una rapina come quella nella zona più centrale della nostra città. Bastava davvero poco per far succedere l’irreparabile”.

A parlare è il padre del 19enne riminese che, nella notte del 13 ottobre scorso, era stato accoltellato all’addome da due ragazzi albanesi, di 19 e 20 anni, poi arrestati dagli agenti della polizia di Stato dopo un paio di ore di ricerche e un breve inseguimento in auto. Il giovane era stato avvicinato in via Sigismondo dagli stranieri che gli avevano prima chiesto la tessera sanitaria per acquistare le sigarette e poi preteso da lui dei soldi: al suo rifiuto, uno di loro aveva estratto un coltello a serramanico di 20 centimetri e aveva minacciato e poi aggredito il malcapitato. Il 19enne era stato trasportato in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale Infermi. I suoi aggressori, entrambi pluripregiudicati, erano invece finiti in manette per tentata rapina aggravata in concorso, lesioni personali aggravate e detenzione ai fini di spaccio.

“Tutto sommato possiamo dire che gli è andata bene - aggiunge il padre del ragazzo -. Il coltello non è penetrato a fondo e gli ha provocato una ferita superficiale. Dopo 10 giorni di prognosi e dopo aver tolto i punti, mio figlio si è ripreso in fretta e ha ricominciato a fare la sua vita. Certo, resta comunque un’altra ferita, quella psicologica, anche se ovviamente cerchiamo di non pensarci e di lasciarci questa brutta storia alle spalle, per quanto possibile. E’ un ragazzo in gamba, è tornato ad uscire dopo un po’ di giorni, a vedere gli amici, certo sarebbe potuto rimanere ucciso per una bravata”. Tra i familiari del 19enne resta però l’amarezza per un’aggressione dai contorni inspiegabili, del tutto illogica.

“Sinceramente non so cosa pretendevano di ottenere da mio figlio con quel tentativo di rapina. Al giorno d’oggi non sono molti i ragazzi che girano con i contanti, visto che si preferiscono i pagamenti elettronici. Mi è sembrato un gesto irrazionale, incomprensibile, che poteva avere delle serie conseguenze su un ragazzo così giovane”. Il padre del 19enne rivolge quindi un ringraziamento alla polizia di Stato che in poche ore è riuscita a rintracciare gli autori del ferimento. “Hanno fatto un ottimo lavoro. Vedo che da un po’ di tempo il centro storico della nostra città è fortemente presidiato e questo senza dubbio aiuta molto ad evitare certi fenomeni e a garantire la sicurezza. Certo, sarebbe bello se certe cose non accadessero proprio, ma penso che le forze dell’ordine abbiano svolto bene il loro compito”. Gli autori del ferimento erano stati raggiunti e arrestati, quella stessa notte, da una pattuglia della questura.