REDAZIONE RIMINI

Abusi, bagnino vuole il processo

Contestati giochi in spiaggia. L’avvocato di Fausto Ravaglia: "E’ tutto in regola, lo dimostreremo"

Poteva chiudere la vicenda con un decreto penale di condanna e un’ammenda di 750 euro. Invece Fausto Ravaglia, noto bagnino di Riccione, ha deciso di affrontare il processo penale, convinto di dimostrare la sua innocenza. Processo che si è aperto l’altro ieri, e che proseguirà il 23 settembre quando verranno anche sentiti i testimoni convocati dalla difesa.

Ravaglia è un personaggio che non ha bisogno di molte presentazioni. La sua famiglia gestisce uno stabilimento balneare nella zona del Marano da mezzo secolo. Come ricorda spesso lo stesso Ravaglia, "la concessione fu rilasciata a mio padre, che faceva il bagnino di salvataggio, nel lontano 1972". Incarna lo spirito del classico bagnino della Riviera, e anche per questo fu scelto (nel 2017) per la campagna pubblicitaria per la carne Montana, recitando nella serie di spot andati in onda sulle tivù nazionali.

Due anni fa cominciano i guai. E’ il luglio del 2020 quando i militari della Capitaneria di porto si presentano nello stabilimento di Ravaglia, e dopo i vari accertamenti gli contestano l’occupazione abusiva di alcune porzioni della spiaggia, ai sensi dell’articolo 1.161 del codice della navigazione. Tra le strutture che Ravaglia avrebbe installato senza i permessi ci sono alcuni giochi per bambini, un piccolo deposito per varie attrezzature, cancelletti e perfino delle aiuole. Scatta la denuncia e il gip, su richiesta del pm, emette nei suoi confronti un decreto penale di condanna e una multa da 750 euro. Ma Ravaglia si oppone e decide di affrontare il processo.

"Siamo convinti, carte alla mano, che non sia stato commesso nessun illecito – spiega il suo avvocato Morena Ripa – La denuncia è scattata sulla base di vecchi documenti, non aggiornati. In realtà Ravaglia ha tutte le autorizzazioni necessarie rilasciate dal Comune, come è stato documentato nella relazione tecnica che abbiamo consegnato al giudice. E ci sono anche i testimoni, che potranno comprovare in aula la sua correttezza".

Manuel Spadazzi