
Emanuele Santi (Rete), Sara Conti (Repubblica Futura) e Fabio Righi (Domani Motus Liberi)
"L’obiettivo è impedire al governo di portare avanti un modello di ‘sviluppo’ fallimentare, che rischia anche di generare nuovi danni d’immagine al Paese". Così, i partiti di opposizione fanno fronte comune e depositano un progetto di legge per abrogare le residenze fiscali non domiciliate. Rete, Repubblica Futura, Domani Motus Liberi e Demos si fanno sentire. "Dal momento che ultimamente tutti prendono le distanze dal provvedimento – dicono da Rete – ci aspettiamo che il progetto di legge trovi il favore dell’intera aula. Se così non fosse, servirà almeno a far chiarezza sulla posizione dei partiti di maggioranza. Se hanno intenzione di portare San Marino indietro di qualche decennio, devono prendersene la responsabilità". Sara Conti di Repubblica Futura pensa anche all’accordo di associazione con l’Unione Europea. "Lo riteniamo un modello di sviluppo non sano e pericoloso per la nostra Repubblica – dice – anche perchè potrebbe avere un effetto reputazionale negativo per quel che riguarda la conclusione e la firma dell’accordo di associazione con l’Unione Europea. E’ ciò che temiamo di più". Emanuele Santi di Rete chiede di fare chiarezza. "E’ il momento di farlo – spiega – visto che a parole ci sono voci critiche, contro le residenze fiscali non domiciliate, anche in maggioranza e nella Dc, ma alla prova dei fatti non emergono. Continuiamo a dire no all’economia off-shore parassitaria per attirare ricconi stranieri". Ripercorre le tappe Fabio Righi di Domani Motus Liberi. "Prima con il Des poi con lo spacchettamento che ha portato al progetto di residenze fiscali non domiciliate, si concentrerebbe tutto nelle mani di un solo soggetto (l’imprenditore spagnolo Enrique Banuelos, ndr) vendendo di fatto il Paese. Grave che l’autorizzazione alla ‘San Marino World’ sia stata firmata dal segretario agli Esteri Beccari a sua insaputa anche se all’epoca era anch’egli membro di governo, tra l’altro in una fase ordinaria amministrazione". Su quella autorizzazione ritorna anche Alessandro Rossi di Demos. "In altri tempi – dice – avremmo chiesto le dimissioni di Beccari, per quell’autorizzazione". Appena qualche giorno fa anche i sindacati avevano fatto fronte comune contro quelle residenze. "Questa misura – dicono Csdl, Cdls e Usl – rischia di danneggiare il nostro sistema economico, soprattutto in termini reputazionali. Pagando una tassa forfetaria di 10.000 euro, un soggetto estero che risieda all’interno di residenze di lucco, fino ad un massimo di 150 giorni all’anno, può beneficiare di un’imposizione fiscale sui redditi prodotti in territorio del solo 5%".