Rimini, 5 aprile 2013 - Un duro colpo al clan Vallefuoco è stato inferto dai carabinieri del Ros che hanno eseguito un decreto di sequestro beni emesso dal tribunale di Bologna, su proposta della locale Procura distrettuale antimafia.
Il patrimonio sequestrato dal sodalizio criminale, localizzato nelle province di Rimini, Napoli e Caserta, ha un valore stimato di circa 8 milioni di euro. Tra i beni sequestrati, viene specificato, rientrano una struttura ricettiva e di ristorazione ‘Nuovo Tarabacco’ di Rimini; l’agenzia investigativa ‘Hitchkok’, sempre di Rimini; due società di recupero crediti riconducibili al boss Francesco Vallefuoco, oltre a 11 immobili, 12 beni mobili, più di 60 rapporti bancari e contratti assicurativi.
L’indagine patrimoniale ha delineato l’asse economico-imprenditoriale illecito, sottoponendo a sequestro anche numerose società operanti prevalentemente nei settori della ristorazione, del recupero crediti, dell’edilizia e delle investigazioni private, nonché immobili nei Comuni di Rimini, Brusciano (Napoli), Monte Grimano (Pesaro-Urbino), Lupara (Campobasso) e Casal di Principe (Caserta)
L’indagine 'Vulcano' aveva portato tra il febbraio 2011 ed il dicembre 2012 all’esecuzione di 31 provvedimenti cautelari personali per i reati di associazione mafiosa, tentato sequestro di persona, estorsione, usura ed altro, aggravati dal metodo mafioso, documentando l’operatività dell’organizzazione camorristica capeggiata da Francesco Vallefuoco, dedita ad attività usurarie ed estorsive ai danni di imprenditori e commercianti dell’Emilia Romagna e della Repubblica di San Marino.
Il gruppo criminale è riuscito ad acquisire in modo fraudolento il controllo di aziende, poi condotte a fallimento, per perpetrare truffe ai danni di istituti di credito e di imprenditori del luogo.
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