Rimini, 11 aprile 2012 - IL VACCINO Mpr contro morbillo, parotite e rosolia ha provocato l’autismo in un bambino riminese. Questa la sentenza emessa dal tribunale di Rimini alcune settimane fa, ma che ieri ha sollevato le aspre critiche del Board scientifico del Calendario vaccinale.
I genitori del piccolo, nato nel 2002, si sono rivolti all’avvocato Luca Ventaloro per la causa contro il ministero della Salute.
Avvocato, quando sono arrivati da lei i genitori del bimbo?
«Alla fine del 2008 per chiedere assistenza ai sensi della legge 210 del 1992 che tutela per i danni da vaccinazioni ed emotrasfusioni».
Quando è stata fatta la vaccinazione sotto accusa?
«Nel 2004 e nei giorni immediatamente successivi il bambino ha iniziato ad avere febbre molto alta, diarrea, a essere estremamene nervoso, a cambiare modo di alimentarsi, a chiudersi nei confronti del mondo e contemporaneamente a essere iperattivo».
Avevano già fatto visitare il bimbo da specialisti?
«Il pediatra di famiglia aveva già confermato il regresso comportamentale ma la cosa importante è che aveva già effettuato la visita presso la Commissione medico ospedaliera incaricata dal ministero della Salute che aveva già confermato il nesso di causalità tra la vaccinazione e l’autismo. Ma aveva respinto il ricorso affermando che la legge 210 tutela solo dai vaccini obbligatori e non da quelli facoltativi, come in questo caso. Per questo sono venuti da me».
Come siete andati avanti?
«Abbiamo fatto ricorso al ministero contro la decisione della Commissione e lo abbiamo presentato al giudice del lavoro competente, come dice la legge 210, per questi casi. Ci sono state le udienze, gli incarichi dei periti e anche quello del tribunale, oltre a quello di parte, ha confermato il nesso di causalità tra vaccino e autismo nel bimbo. Quindi la sentenza a nostro favore».
Quanto è stato riconosciuto come danno?
«Quello che dice la legge: 1.200 euro ogni due mesi, poi gli arretrati calcolati dal momento della vaccinazione e circa 100mila euro».
Cosa dicono i genitori?
«Soddisfatti di questo primo grado perché il problema è il futuro di questo bambino che non è assolutamente autonomo».
di Monica Raschi
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