Rimini, 13 luglio 2011 - «HAI AMATO la Storia, e le hai dato voce...». Di quella Storia, con la ‘s’ maiuscola, Amedeo Montemaggi è stato acuto e attento narratore. Cronista del passato, e del presente con i suoi trent’anni e oltre passati al Carlino, fedele alla sua città per cui aveva «un amore incrollabile», Montemaggi è stato salutato ieri da una folla commossa nella chiesa di San Gaudenzo, dove si sono celebrati i funerali dello storico e giornalista riminese. Tanti hanno voluto rendere omaggio a Montemaggi. Dagli amici di sempre, come Piero Meldini («E’ stato Amedeo a ‘passare’ i miei primi pezzi, quando iniziai giovanissimo a scrivere articoli»), lo studioso Piergiorgio Pasini, l’editore Mario Guaraldi, alle autorità di ieri e di oggi, come l’ex sindaco Zeno Zaffagnini. Ai funerali anche Andrea Gnassi, che dei Montemaggi è amico di famiglia da lunga data, e che ha voluto essere presente alla cerimonia indossando la fascia tricolore. Questo perché «Amedeo meritava il cordoglio di tutta la città», spiega il primo cittadino.
E’ STATO il parroco di San Gaudenzo, monsignor Aldo Amati, a officiare la messa nella chiesa gremita da tanti amici, conoscenti e anche ex allievi di Montemaggi. Dall’altare monsignor Amati ha ricordato la lunga e intensa attività intellettuale di Amedeo, il suo impegno come giornalista e come storico. Alla fine della messa ha voluto prendere parola anche uno dei figli di Montemaggi. Che, ripercorrendo la vita del padre, ha sottolineato il grande amore che Amedeo aveva per Rimini, e che lo ha sempre tenuto fedele alla città. «Hai amato la tua città e hai contribuito a renderla grande nello studio e nella cultura. Hai amato la Storia, le hai dato voce, ti sei voltato indietro per afferrarla, e hai camminato con lei», sono state le parole con cui il figlio ha ricordato il padre Amedeo dall’altare. Sottolineando come tantissimi, pur non potendo essere presenti ai funerali di ieri, ci abbiano tenuto a mandare i loro messaggi di cordoglio. Persino i canadesi, di cui Montemaggi tanto ha scritto nelle sue pagine sulla Linea Gotica (si era anche documentato negli archivi canadesi), hanno mandato un affettuoso ricordo, attraverso un messaggio ufficiale scritto dall’ambasciatore.
PRESENTI in chiesa tutte le associazioni combattentistiche. E l’Anpi ricorda così Amedeo: «Anche lui, come noi, è stato figlio della guerra. La sua passione per la Linea Gotica era dovuta al fatto che la visse come ragazzo che si trovò in balia di quei tragici eventi che lo portarono ad essere fiero patriota al servizio del comitato di liberazione in clandestinità e poi degli alleati, che rimasero suoi amici per tutta la vita. Prima di altri comprese l’importanza storica di quell’avvenimento che fu la Linea Gotica e in esso la battaglia di Rimini. Amedeo ci mancherai, ma i tuoi libri, saranno patrimonio di tutte le giovani generazioni».
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