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Luca Iaccarino al MystFestFest di Cattolica con un giallo gastronomico

Il noto giornalista e critico gastronomico presenterà il giallo “Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d’Italia”, in piazza 1° Maggio, conversando con Fulvio Marino

Luca Iaccarino

Luca Iaccarino

Rimini, 29 giugno 2024 – È un’insalata russa di cucina, crime, ironia e docufiction il giallo “Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d’Italia” di Luca Iaccarino. Il noto giornalista e critico gastronomico, lo presenterà stasera alle 21 al MystFestFest di Cattolica, in piazza 1° Maggio, conversando con Fulvio Marino, mugnaio e panificatore, nonché popolare volto televisivo di Rai 1, Real Time e Food Network. Il talk, proposto in collaborazione con l’UlisseFest, festival del viaggio di Lonely Planet, precederà la cerimonia conclusiva del 51esimo Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Iaccarino svelerà intanto luci e ombre della cucina italiana in chiave allegra.

Come nasce questa storia?

“Sette anni fave ho scritto il libro ‘Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi di Torino, ispirato a un film degli anni Settanta, ‘Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d’Europa’, commedia gastronomica di Ted Kotcheff. Con la mia pubblicazione volevo raccontare la cucina piemontese, per cui ho inventato un piccolo giallo comico. Sull’onda di questo, dall’alto delle mie 51 primavere e dai miei trent’anni di scrittura sul cibo, ho tentato di fare qualcosa di più ambizioso e strutturato sempre in chiave comica, divertente e sagace”.

Con un aspetto più serio?

“Un po’ più serio, perché la soluzione del giallo ha a che fare con gli ambienti talvolta tossici delle cucine. Da anni purtroppo si parla della qualità del lavoro dei cuochi e dei camerieri che dovrebbe migliorare. In alcuni casi è così bassa che poi la gente sta male. Questo conduce alla soluzione del giallo”.

Tra i personaggi chiave ce n’è uno particolare?

“Il mio alterego. Porta il mio nome ed è un giornalista precario appassionato di gastronomia, ma schiavizzato dal suo caporedattore che è pure al timone di un supplemento gastronomico del fantomatico quotidiano La Gola. Lui è Gianfrancesco Bottaioli, orrido, prepotente e arrogante giornalista della prima Repubblica, di quelli che al ristorante chiedono le bottiglie più costose e non vogliono pagare il conto.

Chi sono gli altri protagonisti?

“L’indagine che si dipana tra gli omicidi vede morire grandi cuochi italiani come Antonino Cannavacciuolo e altri due famosi che operano tra Emilia e Marche. Li lascio scoprire al lettore. C’è poi Jessica giovane cameriera che partita dalle Marche va a fare la stagione in Romagna, lavorando anche in uno stabilimento balneare di Rimini. E’ lei che porta alla soluzione del giallo”.

La cucina una sua vecchia passione?

“Ho scritto di cucina fin da ragazzo e ho continuato a farlo nel tempo da giornalista, perché amo la cucina popolare. Il mio primo amore sono le trattorie, non i ristoranti stellati. Trent’anni fa ho cominciato a scrivere di cibi di strada, poi di pizzerie e quindi di trattorie delle quali credo di essere uno dei maggiori esperti. Qualche volta mi concedo una capatina anche nei grandi ristoranti”.

Ama stare ai fornelli?

“Ho moglie e figli, ma in prevalenza ci penso io. Mi piace preparare soprattutto le acciughe ripiene, amo farlo guardando film come La Signora in giallo”.

Che pensa della Romagna gastronomica?

“E’ terra molto fortunata, mi capita di venirci tre quattro volte all’anno, trovo sorprendenti anche i suoi prodotti di mare e poi i posti qui sono molto accoglienti”.