{{IMG_SX}}Reggio Emilia, 14 febbraio 2008 - Si è svolto in Corte di Assise di Bologna, il processo di appello per Biagio Cazzetta, il 35enne che nella notte fra il 30 ed il 31 agosto del 2005 aveva ucciso la moglie Angela De Biasi. Per lui c’è stato un ulteriore sconto di pena, da 16 anni della sentenza di primo grado a quella concordata ieri in 14 anni ed 8 mesi, ai quali vanno sottratti poi i tre anni dell’indulto.
Con il procedimento previsto dal codice di procedura penale, del “concordato sui motivi dell’appello”, i difensori dell’omicida gli avvocati Piero e Luigi Fornaciari hanno concordato la pena con il procuratore generale della Corte di Appello. In pratica si sono messi d’accordo su alcuni aspetti del procedimento: la procura generale ha rinunciato a chiedere “l’aggravante”, cioè di avere somministrato del sonnifero e dunque di aver impedito alla donna la difesa, ed in cambio la difesa ha rinunciato a chiedere il parziale vizio di mente per l’operaio di Salvarano di Quattro Castella. Anche se va detto che questa seminfermità era già stata esclusa dal perito nominato dal Tribunale.
In aula ieri era presente anche Biagio Cazzetta, dietro di lui a pochi metri c’era il padre di Angela, Francesco De Biasi, che assieme alla moglie Maria si era costituito parte civile. Per loro un’altra amarezza dopo quella subita dalla sentenza di primo grado: 16 anni per la morte di una figlia, per loro è stata davvero dura da mandar giù.
Quella ferita per i genitori non si rimarginerà mai e ogni sconto di pena per l’assassino di Angela vuol dire per loro un colpo al cuore.
Tutto in pratica è girato attorno alle aggravanti cadute dopo che i difensori di Cazzetta hanno sostenuto con successo la tesi che, dal momento che il delitto è avvenuto mentre la vittima dormiva, questa non avrebbe potuto comunque difendersi e pertanto l’uso del sonnifero non sarebbe stato determinante per commettere l’omicidio.
La sentenza di 14 anni e 8 mesi, comunque diventerà definitiva, in quanto gli avvocati difensori rinunceranno all’ultimo appello. In primo grado la parte civile aveva ottenuto un risarcimento di un milione di euro.
La tragedia si era verificata alla fine di agosto di due anni fa nella villetta di via Kennedy a Salvarano di Quattro Castella. Angela De Biasi, era stata soffocata con un cuscino mentre dormiva dal marito, che poi si era costituito ai carabinieri di Reggio. La coppia in quel momento stava vivendo un periodo di crisi, ma quella sera dell’omicidio il marito voleva riconciliarsi con una cenetta romantica. Ma dopo qualcosa in lui è scattato, che lo ha poi portato a compiere quel delitto che rimarrà per sempre inspiegabile.
Con il procedimento previsto dal codice di procedura penale, del “concordato sui motivi dell’appello”, i difensori dell’omicida gli avvocati Piero e Luigi Fornaciari hanno concordato la pena con il procuratore generale della Corte di Appello. In pratica si sono messi d’accordo su alcuni aspetti del procedimento: la procura generale ha rinunciato a chiedere “l’aggravante”, cioè di avere somministrato del sonnifero e dunque di aver impedito alla donna la difesa, ed in cambio la difesa ha rinunciato a chiedere il parziale vizio di mente per l’operaio di Salvarano di Quattro Castella. Anche se va detto che questa seminfermità era già stata esclusa dal perito nominato dal Tribunale.
In aula ieri era presente anche Biagio Cazzetta, dietro di lui a pochi metri c’era il padre di Angela, Francesco De Biasi, che assieme alla moglie Maria si era costituito parte civile. Per loro un’altra amarezza dopo quella subita dalla sentenza di primo grado: 16 anni per la morte di una figlia, per loro è stata davvero dura da mandar giù.
Quella ferita per i genitori non si rimarginerà mai e ogni sconto di pena per l’assassino di Angela vuol dire per loro un colpo al cuore.
Tutto in pratica è girato attorno alle aggravanti cadute dopo che i difensori di Cazzetta hanno sostenuto con successo la tesi che, dal momento che il delitto è avvenuto mentre la vittima dormiva, questa non avrebbe potuto comunque difendersi e pertanto l’uso del sonnifero non sarebbe stato determinante per commettere l’omicidio.
La sentenza di 14 anni e 8 mesi, comunque diventerà definitiva, in quanto gli avvocati difensori rinunceranno all’ultimo appello. In primo grado la parte civile aveva ottenuto un risarcimento di un milione di euro.
La tragedia si era verificata alla fine di agosto di due anni fa nella villetta di via Kennedy a Salvarano di Quattro Castella. Angela De Biasi, era stata soffocata con un cuscino mentre dormiva dal marito, che poi si era costituito ai carabinieri di Reggio. La coppia in quel momento stava vivendo un periodo di crisi, ma quella sera dell’omicidio il marito voleva riconciliarsi con una cenetta romantica. Ma dopo qualcosa in lui è scattato, che lo ha poi portato a compiere quel delitto che rimarrà per sempre inspiegabile.
© Riproduzione riservata