{{IMG_SX}}Reggio Emilia, 3 maggio 2007 - Indagine giudiziaria e ricerca storica si fondono e grazie al loro connubio viene riconosciuto in foto il corpo di uno dei fratelli Cervi. L'immagine in questione risale al 1944 ed è stata scattata al cimitero di Villa Ospizio dopo il bombardamento dell'8 gennaio. I sette Fratelli Cervi (Ettore, Ovidio, Agostino, Ferdinando, Aldo, Antenore e Gelindo) assieme a Quarto Camurri furono fucilati al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943 dalla forza d'occupazione nazifascista e sepolti in segreto dai repubblichini nel cimitero di Ospizio. Pochi giorni dopo Reggio è sotto le bombe alleate: obiettivo le Officine Reggiane, adibite, durante la Seconda Guerra Mondiale, a produzione militare. Ma le bombe cadono un po' ovunque. E una di queste centra la fossa anonima in cui furono sepolti in fretta e furia i patrioti reggiani e riporta alla luce un corpo.

 

Grazie ad una indagine giudiziaria condotta dalla polizia, la fotografia del corpo è stata analizzata da due agenti, che hanno digitalizzato l'immagine per migliorarne la qualità, soprattutto per rendere più riconoscibile l'attaccatura dei capelli. Per la fisionomia del viso vengono esclusi Aldo, Ettore, Ovidio, Ferdinando ed Agostino. Rimangono così da confrontare il viso di Gelindo e di Antenore. È la linea dell'attaccatura dei capelli di Gelindo ad avere più punti di sovrapposizione con quella del cadavere. Altro elemento è la forma del sopracciglio sinistro del maggiore dei Sette Fratelli, più alto del destro.

 

In mancanza di altri elementi per poter condurre un'indagine scientifica più accurata (ora il cimitero di Villa Ospizio non c'è più) "si previene alla conclusione secondo cui la salma fotografata dopo il bombardamento che ha scoperchiato le tombe appartiene con molte probabilità a Gelindo Cervi", si legge nel documento redatto dal Gabinetto provinciale di polizia scientifica della questura di Reggio Emilia, firmato da Riccardo Maggiore e Piero Marotta.

 

"La ricerca storica si basa sulle fonti, sulle fonti al plurale - dice Massimo Storchi, responsabile scientifico di Istoreco alla conferenza stampa di quest'oggi - siamo entrati in possesso di una foto scattata dopo il bombardamento dell'8 gennaio 1944 e l'abbiamo incrociata con altre fonti", presenti negli archivi "del Comune e degli Alleati". Dunque "in momenti in cui la storia si costruisce a prescidere dai fatti, sulle opinioni, questo è un piccolo contributo a lavorare con serieta'", conclude Storchi.

 

A Maggiore e Marotta poi arrivano i complimenti dal questore di Reggio Fabio Gallo per il lavoro svolto. Questa ricerca "sottolinea come diverse conoscenze storico scentifiche possano collaborare per una migliore ricerca storica", commenta, infine, il presidente della Fondazione Manodori Antonella Spaggiari.