{{IMG_SX}}Reggio Emilia, 19 aprile 2007 - La grande festa per i 150 anni del Teatro Municipale avrà il proprio momento clou sabato 21 aprile, alle 20, con i Solisti dell¹Orchestra Mozart, Claudio Abbado e Ottavio Dantone impegnati in un concerto eccezionale: l'esecuzione integrale dei Concerti Brandeburghesi di Johann Sebastian Bach.

 

Il complesso diretto da Abbado si cimenta per la prima volta con l¹esecuzione integrale dei 'Concerts avec plusieurs instruments', come furono definiti dallo stesso Bach, il quale li compose a Köthen tra il 1717 e il 1721, dando vita a uno dei più grandi capolavori della storia della musica: una specie di enciclopedia didattica e dimostrativa delle possibilità del genere, una sorta di forma universale del concerto, così come avverrà per il Clavicembalo ben temperato o per l¹Arte della fuga.

 

Maestro concertatore del progetto è Claudio Abbado, circondato da un eccezionale gruppo di solisti tra cui spiccano i nomi di alcuni dei più grandi concertisti del panorama musicale internazionale: Ottavio Dantone al cembalo, alla tromba Reinhold Friederich e al corno Alessio Allegrini, il violinista Giuliano Carmignola, la violista Danusha Waskiewicz, i violoncellisti Mario Brunello ed Enrico Bronzi, i flautisti Jacques Zoon e Michala Petri, solo per citarne alcuni.

 

Sospesi ambiguamente fra il genere del concerto grosso e del concerto solistico di matrice italiana (Vivaldi, Corelli) - 'ambiguamente' perché Bach non adotta mai un genere, lo 'reinventa' - i sei concerti aggiungono all¹irragiungibile magistero armonico-contrappuntistico di Bach un motivo di interesse meno frequente nel compositore tedesco: la grande varietà timbrica degli impasti strumentali e la sapiente stratificazione degli strati sonori. In sostanza, Bach sembra lavorare con libertà degna di un ensemble strumentale moderno, di cui la grande varietà degli organici non è che il sintomo di superficie:

 

il Terzo e il Sesto sono per orchestra d'archi (ma nel Sesto non ci sono i violini!), il Primo prevede tre gruppi orchestrali (corni, archi, oboi con fagotto), con funzioni solistiche 'a rotazione'; nel Secondo spicca la tromba solista; nel Quarto i flauti, nel Quinto l¹incredibile parte concertante del clavicembalo, fatto extra-ordinario per uno strumento all¹epoca pressochè confinato al basso continuo. Ogni concerto acquista così un carattere spiccato dal profilo unico e nettamente definito.

Alle 22 spettacolo pirotecnico. Anche nel 1857 il nuovo teatro venne salutato da fuochi d¹artificio.