Aveva iniziato la stagione malissimo, complice anche un fastidioso infortunio accusato durante la preparazione estiva. Poi Kwan Cheatham è progressivamente cresciuto, diventando non solo punto di riferimento per letture tecniche e spaziature sul campo di coach Priftis, ma anche sempre più efficace al tiro dalla lunga. Fattore che lo ha sempre contraddistinto e ragione primaria per cui è stato portato in biancorosso.
Cheatham, ora è al massimo della condizione?
"Certo, nell’ultimo mese mi sono sentito molto meglio e la cosa più importante è che non devo più preoccuparmi di nulla a livello fisico, ma posso pensare solo a giocare e al mio rendimento sul parquet".
Quanto ha pesato l’infortunio?
"Nei primi mesi ha indubbiamente influito. Non avendo potuto disputare diversi allenamenti e alcune amichevoli, non avevo costruito alcuna chimica sul campo con i compagni e quindi ho dovuto recuperare quella tappa del percorso".
Dopo un inizio difficile e molte critiche ricevute, nelle ultime partite le sue prestazioni sono state concrete ed efficaci. Cosa è cambiato?
"Ho lavorato sodo soprattutto sul mio approccio difensivo. Inoltre, continuo a fare allenamenti extra dopo le sessioni per migliorare il mio gioco in attacco, così da essere pronto al momento della partita".
E’ l’uomo col maggior minutaggio della squadra. In estate era difficile prevederlo…
"In realtà in carriera ho sempre giocato molti minuti quindi sono abituato. Prendo come un complimento il fatto che lo staff si fidi molto di me. So che devo essere sempre concentrato e pronto, anche quando mi sento un po’ stanco".
Quarti in classifica, un rendimento sopra le aspettative. Grazie soprattutto alla difesa: per la prima volta dopo 40 anni quella di Reggio è la migliore della A. Quanto di merito è vostro e quanto del coach?
"Come giocatori abbiamo sposato pienamente ciò che il coach vuole da noi sul piano difensivo. E sul campo abbiamo dimostrato di essere grandi difensori, come dimostrano i nostri risultati in termini di efficienza nella nostra metà campo".
E la differenza di mentalità e intensità tra il campionato e talune partite di Coppa?
"Giocare due tornei è impegnativo, ma penso che dimostriamo sempre di competere e cerchiamo di fare un buon lavoro in allenamento anche durante quelle settimane in cui giochiamo due partite. Alcune volte ci si riesce, altre un po’ meno, ma penso sia fisiologico".
Domani la sfida con Varese: ha la difesa peggiore del torneo ma viaggia oltre i 90 punti di media in attacco. Quale la strategia per affrontarla?
"La chiave più importante sarà la difesa nell’1 contro 1. Dovremo disturbarli e giocare di squadra, specie in retroguardia".
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