Si scrive Andrea Meroni, si legge ‘Highlander’, perché non ha saltato nemmeno un minuto nelle prime 17 giornate di Serie B (1530’ in campo consecutivamente) risultando quindi il giocatore di movimento più utilizzato di tutta la categoria al pari di Lorenzo Carissoni, terzino destro del Cittadella che proprio sabato riceverà la visita della Reggiana. Se si aggiunge anche la gara di Coppa Italia con il Genoa – che invece l’esterno del ‘Citta’ non ha disputato con la propria squadra – Meroni allora risulta essere in assoluto il giocatore più utilizzato dell’intera Serie B, con addirittura 1620 minuti all’attivo.
Vista la lunga indisponibilità di Rozzio e la mancanza di alternative affidabili (Nahounou non si capisce bene perché sia stato preso da Pizzimenti…), l’ex ‘stopper’ del Cosenza dovrà stringere i denti almeno fino alla sosta invernale.
Meroni, innanzitutto le chiediamo se è tutto a posto e se si sente bene…
"In che senso scusate?".
È il giocatore di movimento più utilizzato di tutta la Serie B e non ha saltato nemmeno un minuto…
"Ah ok non capivo! (ride, ndr) Lo diciamo a bassa a voce così la sfortuna non ci sente, ma sono davvero contento di aver trovato questa continuità sia fisica che tecnica. Adesso dobbiamo stringere i denti per queste tre partite che ci mancano alla fine dell’anno che sono importantissime".
Avete vinto a Cremona e perso le sfide con Sassuolo e Modena, ma l’impressione generale è che siate in crescita rispetto al periodo di settembre-ottobre… È davvero così? Come ci arrivate?
"Sono d’accordo, ovviamente perdere un derby fa sempre male, ma abbiamo analizzato la sconfitta e siamo pronti a voltare pagina. Rispetto alle prestazioni con Sudtirol e Cosenza di inizio stagione siamo cresciuti molto e il mister è stato bravo a trovare una quadra. Dopo i profondi cambiamenti che ci sono stati in estate era comprensibile che ci volesse un po’ di tempo". Il tecnico parla spesso di ‘anima’ che finalmente è stata trovata, oltre a questo c’è anche un assetto tattico più definito. E’ d’accordo?
"Esatto, adesso abbiamo un’identità precisa sulla quale possiamo porre le basi per costruire la salvezza. Non c’è tempo per piangersi addosso, in queste tre partite dobbiamo dare una svolta".
Col nuovo assetto voi difensori vi sentite più protetti?
"Sì, questa fase difensiva parte dai nostri attaccanti che devono essere bravi a far trovare meno trame di gioco. Anche lasciando dei metri dietro alle nostre spalle, quando c’è una forte aggressione è più difficile per gli avversari prenderti d’infilata. Dobbiamo semplicemente cercare di ottimizzare gli episodi, portandoli dalla nostra parte".
A Cesena c’era un rigore su Gondo che non è stato fischiato, con il Sassuolo il gol di Thorstvedt era da annullare per una vistosa trattenuta su di lei, mentre nel derby col Modena il fallo di Marras su Gerli è stato indicato dal Var dopo una decisione che in teoria spettava solo al campo… Siete piuttosto sfortunati.
"Sì, siamo in credito, ma anche negli spogliatoi evitiamo di parlarne perché dobbiamo essere focalizzati solo sui prossimi appuntamenti. Cerchiamo di ridurre al minimo gli errori, così come sono sicuro faranno anche gli arbitri".
Sabato c’è lo scontro diretto a Cittadella.
"È una trappola in piena regola in cui non dobbiamo cadere. Credo che sia la partita più difficile in assoluto perché avremo la pressione sulle nostre spalle, ma di fronte ci troveremo una squadra che non molla mai. Sarà una battaglia".
Vive a Reggio anche la sua famiglia? Come vi trovate?
"Molto bene e anche la mia compagna, Natasha, e la mia bimba Ludovica che è nata ad agosto. La città ci accolto veramente bene e iniziamo a conoscere meglio anche il centro. Devo solo stare attento alla linea perché tra erbazzone, cappelletti e carrello dei bolliti le tentazioni sono tante… E c’è un tifo che mi sta sorprendendo. Ricevere gli applausi anche dopo una sconfitta è raro, ma a Reggio c’è un’atmosfera speciale".
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