Canossa (Reggio Emilia), 11 agosto 2014 - Era apparsa come un’efferata rapina commessa da una banda senza scrupoli in una villa di un facoltoso imprenditore reggiano: la colf, unica presente nella villa, era stata pestata a sangue riportando una prognosi di 20 giorni per la frattura di una costola e le tumefazioni al volto. Un colpo da 50.000 euro, questo il valore del bottino racimolato dalla banda di cui faceva parte a pieno titolo la stessa colf che per rendere assolutamente credibile la rapina si è fatta pestare a sangue.
A rivelarlo sono le indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Castelnovo Monti e della Stazione di San Polo d’Enza che, coordinati dal sostituto procuratore Giulia Stignani, l’altra mattina hanno sottoposto a fermo Alina Florina Loredana Serban, 27enne cittadina rumena residente a Modena, ovvero la colf che aveva denunciato la rapina, e il suo connazionale Mihai Vasile Iordache, 26enne domiciliato a Modena. Nei confronti dei due e di un terzo loro connazionale, in corso di identificazione, i carabinieri hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di concorso in furto aggravato in abitazione con l’aggravante dell’ingente danno economico (50.000 euro) e dall’aver commesso il fatto con l’abuso di relazioni domestiche.
Nei guai con l’accusa di ricettazione in concorso sono finiti altri tre fratelli, loro connazionali, di 28, 29 e 24 anni, tutti residenti a Modena, risultati i “tesorieri”, ovvero i custodi, della refurtiva costituita da una cinquantina di costosi orologi (Cartier, Girard Peregaux, Tissot) del valore complessivo di oltre 50.000 euro.
Era la mattina dell’uno agosto scorso quando i carabinieri di San Polo d’Enza e Castelnovo Monti si precipitavano presso la residenza estiva di un facoltoso imprenditore reggiano dove la colf era stata vittima di un efferata rapina. Legata e imbavagliata, dopo essere stata in balia per oltre due ore dei rapinatori che l’hanno picchiata brutalmente, era stata liberata da un vicino attratto dalle urla della donna che aveva fatto credere di essere riuscita, strisciando, a raggiungere il balcone.
Alcune contraddizioni tra quanto dichiarato dalla donna in sede di denuncia e i primi esiti rilievi eseguiti sul posto, hanno indotto i carabinieri a prendere una precisa strada investigativa che, attraverso vari servizi ha portato alla svolta investigativa culminata con gli odierni fermi e il recupero dell’intera refurtiva sottratta del valore di oltre 50.000 euro custodita, per conto della banda, da tre fratelli rumeni, indagati per ricettazione. L’incubo rapine in ville che l’episodio aveva fatto di colpo tornare non era quindi altro che una messa in scena orchestrata dalla colf dell’imprenditore e da suoi due connazionali compiacenti chiamati ora a rispondere dei reati di concorso in simulazione di reato e furto aggravato in abitazione con l’aggravante dell’ingente danno economico (50.000 euro) e dall’aver commesso il fatto con l’abuso di relazioni domestiche.