Reggio Emilia, 16 marzo 2024 – Promette «un’inversione di rotta e un rinnovamento, ma senza buttare via il bambino con l’acqua sporca», salvando ciò che c’è di buono. Giovanni Tarquini, candidato civico unitario della coalizione di centrodestra, si è presentato col suo stile pacato e anomalo per la politica – «senza una mera contrapposizione, ma in maniera propositiva», sottolinea – stamattina in un affollatissimo Hotel Posta dal quale è partito un lunghissimo e scrosciante applauso.
Con la sua lista civica battezzata “Giovanni Tarquini sindaco” (nella quale ha già annunciato la candidatura di colleghi avvocati, da Matteo Marchesini a Carmine Migale, fino a Matteo Verona, responsabile dei gruppi Unindustria e Francesco Gambetti, ex direttore del circolo tennis di Canali e già gestore del PalaBigi) sarà sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Alleanza Civica e Noi Moderati (il partito di Maurizio Lupi), coalizione che la settimana scorsa dopo un lungo tira e molla, è riuscita a trovare l’intesa sul nome.
A lanciarlo stamattina per la sfida contro il centrosinistra unito su Marco Massari, sono stati tutti i coordinatori regionali e provinciali dei partiti (Marco Lisei e Alessandro Aragona per Fd’I, Matteo Rancan e Roberto Salati per il Carroccio, Gianluca Nicolini, Valentina Castaldini per Forza Italia, Filippo Ferrarini per Alleanza Civica e Francesco Coppi per Noi Moderati), insieme a lui al tavolo nella ‘Sala del Capitano’ dello storico albergo nel cuore di Reggio. “La mia candidatura nasce da un contesto di amicizia ed è sorta con un pizzico di coraggio nonché di follia”, ha aperto così Tarquini.
Per poi scendere nei dettagli per il suo progetto di città, facendo una netta separazione tra mondo civico e politico. “Avrò bisogno di tutta la squadra, di politici di razza col fuoco dentro, la mia missione però sarà quella di prendermi cura delle esigenze dei cittadini – ha continuato Tarquini – Ieri ho partecipato all’evento sulle disabilità e le barriere architettoniche (organizzato dall’assessora Pd, Annalisa Rabitti, ndr). Mi guardavano male, come a dire: cosa c’entri con questo mondo? Invece penso che sia importante inserirsi e capire, vorrei togliere un po’ di incrostazioni della sinistra anche se dopo quasi 80 anni di amministrazione monocolore sarà difficile. Ma ci riusciremo…”.
E proprio qui si lega per fare una battuta in risposta al contendente Marco Massari del centrosinistra che ha detto di essere favorevole all’esercito in zona stazione: “Si vede che ieri mi ha visto all’evento del Pd… - ha scherzato – Ben venga l’esercito perché è una presenza rassicurante, ma deve esserci poi un coordinamento con la polizia giudiziaria perché i militari non possono arrestare nessuno”. E ancora: “Rifacendomi a un cartello che campeggia in città, Reggio è sì la città dei diritti. Ma non dimentichiamoci dei doveri. Ciò che ad esempio è successo a capodanno in centro con atti vandalici e scorribande di giovani, non deve più accadere”.
Sui temi caldi risponde così: “Non credo ai candidati che rispondono su tutti gli argomenti e che hanno le soluzioni per tutto. Bisogna studiare e lavorare di squadra, dal mercato coperto al centro storico che deve tornare ad essere vivo. Fino alla Festa del Tricolore di cui non dobbiamo ricordarci solo il 7 Gennaio…”. Poi tocca anche alcune questioni professionali, come la difesa di Andrea Carletti, sindaco Pd di Bibbiano, imputato simbolo del processo ‘Angeli e Demoni’ sui presunti affidi illeciti. “Non è mai stato uno scoglio e mai lo sarà, continuerò a difenderlo. Per me è un imputato come gli altri, prima di tutto sono un garantista e la presunzione di innocenza è salvaguardata dalla Costituzione”.
Infine una stoccata a Massari: “Lo conosco e lo stimo, è un bravo medico e il Pd ha scelto una figura rispettabile. Ma non credo che con lui ci sarà un cambiamento politico. Non voglio però che l’Amministrazione sia considerata un nemico. Ho tanti amici nel centrosinistra e continueranno ad esserlo, ma forse proprio questo li fa temere che stavolta vadano a casa per davvero…”.