Casina (Reggio Emilia), 10 dicembre 2022 - Una doppia verifica, sia nel merito dei fatti sia politica. La farà il sindaco di Casina Stefano Costi (in foto) sulla vicenda dall’assessore ai Lavori pubblici Tommaso Manfreda che, come scritto dal Carlino, è stato raggiunto da un diniego della prefettura sull’iscrizione dalla sua azienda edile (con sede in via Simonini 1/1) alla white list. In paese ad essere colpito da interdittiva è stato Francesco Falbo (e non Giuseppe come era stato riportato).
Al momento la poltrona dell’assessore non traballa: "L’assessore si è detto disponibile a dimettersi, ma io l’ho stoppato. Voglio prima approfondire la questione e poi confrontarmi con la maggioranza". L’assessore, assistito dagli avvocati Valter Pompeo Azzolini e Domenico Noris Bucchi, impugnerà il provvedimento al Tar: "Manfreda ha un’azienda edile che lavora solo coi privati. È stato lui a chiedere alla prefettura l’iscrizione alla white list, pur non dovendo occuparsi di appalti pubblici", premette Azzolini.
"Nel diniego si ipotizza che la sua azienda abbia collaborato con soggetti che, a loro volta, potrebbero avere avuto contatti con persone vicine ad ambienti mafiosi tramite parentele. Si tratta di ditte edili importanti del nostro territorio, provviste del Durc e tuttora attive. Abbiamo rilevato errori di omonimia e di residenza: al nostro assistito viene attribuito un domicilio che in realtà coincide con il civico di una persona già raggiunta da interdittiva. Oltretutto lui è incensurato, attivo nel settore pubblico e ha dato un contributo in prima persona al patto antimafia sottoscritto dagli enti pubblici. La questione è delicata: come cittadino, capisco che la Prefettura abbia un atteggiamento prudenziale, ma in questo caso vogliamo arrivare alla revoca del diniego che di per sé non ha grosse conseguenze sull’attività del nostro assistito, ma gli comporta problemi sul piano morale". Nel frattempo Carmine Migale, difensore di Falbo colpito da interdittiva, precisa che "è bene precisare che il signor Falbo che si dice abitare vicino all’assessore, non è assolutamente stato colpito da alcuna interdittiva in quanto trattasi di omonimo. Inoltre il signor Falbo colpito da interdittiva si è prontamente attivato per respingerla".
Sindaco, come ha saputo del provvedimento prefettizio a carico dell’assessore?
"Me lo ha comunicato lui stesso. Ha proposto di dimettersi e si è rimesso alle decisioni della maggioranza: ‘Non voglio creare difficoltà e neppure convincere per forza qualcuno’. Ma io, prima di qualsiasi decisione, voglio capire di più. E gli ho risposto che io stesso voglio essere convinto".
Nutre forse qualche perplessità sull’iniziativa del prefetto?
"Non intendo affatto mettere in discussione ciò che è stato fatto. Ma indubbiamente questa notizia ci ha a dir poco colpiti. Conosco l’assessore da quando è nato: fatico a dubitare di lui. Stamattina (ieri, ndr) ho fatto un giro in centro a Casina: pure la gente è incredula".
Cosa intende fare?
"Vorrei capire per bene io stesso, in prima persona, e approfondire le ragioni che hanno portato a questa decisione da parte del prefetto. Dopo aver accertato tutto, prenderemo le decisioni del caso".
Si riferisce a un’eventuale verifica politica?
"Sì. Ma solo dopo aver compreso a fondo i motivi del diniego, decideremo cosa fare: in ogni caso le dimissioni saranno valutate in modo collegiale da tutti i membri della maggioranza. Già stasera (ieri, ndr) ci riuniremo con gli assessori e i consiglieri per confrontarci".
Pure Falbo è stata raggiunto da un’interdittiva prefettizia.
"Per me è un altro fulmine a quel sereno: conosco da sempre la famiglia".
Teme riverberi negativi sul Comune?
"No. A Casina ci conosciamo tutti bene e il compito di un sindaco è anche quello di conoscere i cittadini per evitare certe cose".
Non è troppo poco? Non teme di sottovalutare le insidie del fenomeno mafioso?
"No. Il mio primo atto da sindaco, ai tempi del prefetto Raffaele Ruberto, fu proprio quello di firmare un protocollo antimafia. Ma ora io e tutta la comunità di Casina abbiamo bisogno di capire".