
Reggio: Max Menetti, coach della Grissin Bon (Foto Artioli)
Reggio Emilia, 14 giugno 2015 - «Vogliamo lo scudetto. Ma per potercelo cucire al petto, nelle condizioni in cui ci troviamo, dovremo andare al di là di ogni regola e logica cestistica». E’ un Max Menetti battagliero e concreto quello che presenta la finale scudetto con Sassari. Incontro coi media diverso da tutti quelli precedenti perchè il tecnico biancorosso è consapevole che la Grissin Bon ha l’occasione di salire su uno di quei treni che non sai mai se e quando ripasseranno; e vuole che tutti lo sappiano. «Credo non vi sia idea più bella che vincere il titolo tricolore, nella città del Tricolore, con una squadra molto reggiana e molto italiana. Quella che li fa giocare di più. Siamo tutti molto carichi, concentrati ed emozionati, non vediamo l’ora di scendere in campo».
Contro quella Dinamo che ha estromesso la favoritissima Milano. «Il Banco è squadra di immenso talento, solida e lunghissima che ha dimostrato di sapere essere vincente, pur con una filosofia opposta alla nostra. L’assenza di Lawal in questa prima gara non cambierà molto le carte in tavola. La trazione di Sassari è soprattutto anteriore, con gli esterni. Dunque sapranno essere efficaci».
Menetti auspica ovviamente che il PalaBigi sia, dal punto di vista del tifo, un vero inferno biancorosso e, pur riconoscendo il valore delle tifoserie gemellate, precisa: «Da questo match in poi, ogni 48 ore, per i 40 minuti sul parquet, la Dinamo dovrà essere considerata la nostra peggiore nemica. Ho letto l’intervista a coach Sacchetti, confermo i nostri ottimi rapporti ma, per i prossimi giorni, anche il suo numero sul mio telefono è bloccato».
Darjus Lavrinovic, uno dei match-winner della fantastica gara 7 contro Venezia, ci sarà: «Non sono subentrati problemi particolari dopo quella partita. Non dimentichiamo che è al 20% della forma». Nello scontro con Sassari in tanti si aspettano di rivedere anche il vero Riccardo Cervi, sinora del tutto in ombra. Su questo punto l’allenatore è categorico: «Nell’emergenza che ci ha costretto ad accorciare le rotazioni, non c’era tempo di mettere in ritmo chi non ne aveva. Ora però è come se iniziasse un nuovo campionato. Cervi è uno dei 12 eroi che ci hanno portato fin qui, ha contribuito molto a questo risultato. Quando entrerà voglio che 3500 persone si alzino in piedi ad applaudirlo ed incitarlo. E dovrà essere così per tutti i ragazzi, se qualcuno farà un errore, anche banale, non voglio sentire un solo mugugno o una sola critica. Desidero che questo messaggio arrivi molto chiaro. Dirò di più ai tifosi, se siete seduti di fianco a qualcuno che critica uno dei giocatori o urla di cambiarlo, dategli una gomitata e fatelo tacere».