Reggio Emilia, 29 novembre 2023 – Il profumo del Natale è di vaniglia e zucchero a velo, il sapore è burroso e dolce come i ricordi dell’infanzia smussati dal tempo, come i gesti lenti, sempre uguali, di preparazione della festa in famiglia e dell’accoglienza a tavola. "Non ci sono dubbi: il dolce della tradizione reggiana è la spongata", scrisse il compianto professor Mario Mazzaperlini, intellettuale e autore di libri di storia locale.
È alla luce di questa sentenza che il Natale 2023 dei reggiani avrà un rimpianto in più per il tempo passato: a Brescello ha chiuso i battenti dopo 160 anni la ’Premiata e Rinomata Fabbrica Spongata Luigi Benelli’, che produceva anche gli amaretti con cui si preparano i tortelli di zucca, altro festoso pilastro della cucina di magro delle nostre terre.
L’attività dell’azienda dolciaria di via Cisa Ligure è cessata qualche mese fa, la famiglia proprietaria – gli Artoni e Favagrossa – ha venduto l’immobile, pare ad un’importante azienda brescellese. Ma il vero tesoro sono la ricetta segreta ed il l’iconico marchio: per ora sono al sicuro nella cassaforte della capostipite, Maria Luisa. Non si sa se in previsione ci sia la vendita anche del "libro delle ricette", ma di certo quest’anno sulle nostre tavole la mitica spongata non ci sarà.
Non ce ne vogliano gli altri pasticceri, ma Luigi Benelli – che nel 1868 iniziò la produzione industriale del dolce – ottenne il brevetto di fornitore della Real Casa del Duca d’Aosta nel 1896. L’affascinante carta con cui la spongata ed altre delizie erano avvolte ne mostravano il palmares: 40 medaglie d’oro, 10 Grand Prix e 12 croci d’onore. Nel 1902, all’esposizione internazionale di Londra, vinse due ori in occasione dell’incoronazione di re Edoardo VII.
L’ultima consacrazione internazionale nel 2004, quando la Regione allestì una luccicante vetrina di tipicità emiliano-romagnole nella sezione gourmet dei magazzini Harrod’s di Londra: la Spongata Benelli era là, nella sua carta velina, tra Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma. Un riconoscimento non meno importante venne nel 1951 dalla penna di Giovanni Guareschi che, in una pausa sul set, gustò insieme a Fernandel e Gino Cervi la specialità brescellese ad una festa organizzata dai Benelli. Nel 2021, nel Museo di Brescello, venne organizzata una mostra con gli antichi attrezzi, una carrellata di manifesti storici e foto guareschiane. Fu allora che in molti conobbero anche la storia di questo dolce secco, probabilmente di origine ebraica, attestato fin dal medioevo: la ricetta nota più antica è del 1480 ed stata scovata nell’Archivio di Stato di Modena, tra le spese del convento delle Benedettine retto dall’abbadessa Serafina Bonino. Maria Luisa Artoni e i suoi figli per ora mantengono il riserbo sulle loro intenzioni, ma di certo chi acquisterà il loro antico "segreto" dovrà essere all’altezza della Storia: le spongate erano prodotte a mano in stampi antichi, con pasta frolla, miele, pinoli, noci, mandorle, spezie di qualità eccelsa, in dosi che solo la famiglia conosce.