Reggio Emilia, 16 luglio 2022 - Non c’è proprio modo di avere notizie su Silk-Faw. Nemmeno su internet. Perché in barba alla digitalizzazione richiesta nel 2022, il sito online della joint venture cinese-americana non risulta più accessibile. E’ andato in ‘crash’, come si dice in gergo. Quasi un segno premonitore di quanto sta accadendo all’azienda che dovrebbe realizzare hypercar di lusso sportive investendo oltre un miliardo di euro ma che non riesce nemmeno a gestire un sito internet funzionante.
Leggi anche L'ultimatum della Regione
L’inquietante (per non dire tragicomica) novità era già stata segnalata da alcuni utenti nei giorni scorsi e confermata - almeno fino a ieri sera - anche dal Carlino. Digitando il ‘dominio’ Silk-Faw – per i meno avvezzi alla tecnologia è la ricerca del nome su Google – appare ancora il sito disponibile. Ma una volta aperto ci si trova davanti solo una pagina bianca, con una dicitura emblematica: ‘I nostri servizi non sono disponibili in questo momento. Stiamo lavorando per ripristinarli il prima possibile. Per favore contattateci prossimamente’ la traduzione dall’inglese. Stop; la presentazione online del nuovo presunto colosso della ‘Motor Valley’ è tutta qui.
Problematiche simili accadono solitamente quando non viene pagato il ‘provider’. Di base, ogni sito corrisponde una quota annuale al servizio di rete per essere visibili sui motori di ricerca come Google. Una sorta di affitto per rimanere online. Ma quando questo non avviene - proprio come nei casi di morosità - si perde il diritto a usufruire del sito, o tantomeno aggiornarlo. Fattispecie che sarebbe quantomai curiosa visto il risicato importo annuale da pagare rispetto a un investimento superiore al miliardo di euro promesso dalla joint venture. L’affare Silk-Faw insomma sta assumendo contorni sempre più preoccupanti per chi l’ha sponsorizzata fin dal primo minuto. E’ notizia di giovedì come il 25 luglio sia stata fissata la resa dei conti tra Regione, Comune e la joint venture per pianificare il futuro. Considerando il fatto che dopo un anno e mezzo l’impresa non sia nemmeno andata a rogito nel terreno di Gavassa dove dovrebbe sorgere il maxi polo. Inoltre in questi 18 mesi hanno già dato l’addio diversi top manager, da Amedeo Felisa a Roberto Fedeli (entrambi passati in Aston Martin) fino all’ormai ex capo della connettività Theo Jansen, approdato in Ferrari. E a rimetterci sembra soprattutto la politica, che deve salvaguardare l’immagine rispetto ad un affaire caldeggiato con decisione e sul quale sono stati spesi denaro e faccia, e di cui ora si intravedono solo pesanti ombre.